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VALLI BERGAMASCHE MON AMOUR

Testo: Mauro

Foto: Mauro&Burt_Baccara

Parlare della “Valli Bergamasche” in poche righe non è facile, anzi è quasi impossibile.

Non basterebbe un libro, ed anche se ne sono già stati scritti tanti, altrettanti se ne potrebbero scrivere. 40 edizioni della “valli” e 12 Edizioni della versione “Revival” non si possono descrivere in poche righe. Ed è difficile anche, per un appassionato un po’ avanti con l’età, che ha vissuto gli anni d’oro della Regolarità, far comprendere cos’è la “Valli” Per quelli della mia età, non serve dire il nome per esteso……basta dire la Valli!
La Valli è sinonimo di gara dura, difficile, massacrante per i mezzi ed il fisico dei piloti. Ironicamente, la descrive abbastanza bene Dario Agrati che dice:
- “Partorirai nel dolore” disse il Signore ad Eva. Ciò che la Bibbia non dice è che Adamo era un appassionato della Regolarità, e che il Signore, non contento di cacciarlo dal Paradiso Terrestre, gli predisse tante sventure in tema di gare.

(Foto sotto: mappa del percorso di questa edizione)

- Dopo una “valli” il buon Adamo fu spinto a dire “ma allora passo alle bocce!”
Altro passaggio che fa un po’ capire lo spirito di questa gara è un ricordo di Carlo Moscheni:
- “…Era il 1955, Maffettini mi chiamò per aiutarlo a cercare i percorsi da inserire nella Valli.
- Si partiva con pala e piccone a preparare sentieri altrimenti impraticabili.

Un po’ di cronistoria:

Dalla pagina Web del Motoclub Bergamo:

Generazioni di appassionati, non solo bergamaschi, hanno vissuto la VALLI come un'epopea, generazioni di amministratori pubblici l'hanno richiesta, desiderata, blandita come un fiore di garanzia per lo sviluppo turistico da celebrare nei consigli comunali, nelle parrocchie, sui giornali.

Generazioni di tecnici l'hanno osservata traendone utili indicazioni per lo sviluppo della viabilità in montagna. Generazioni di conduttori l'hanno vissuta di persona passando la " tabella di marcia " ai figli e forse anche ai nipoti. Generazioni di presidenti e di consiglieri, di appassionati fedeli al Moto Club Bergamo l'hanno organizzata, costruita, celebrata, amata e difesa.La VALLI tout court non è una partita che si rinnova di domenica in domenica, non è un episodio di eccellenza agonistica, è un po' una sposa morganatica, che ha dato e dà ancora, innocentemente, dispiaceri e malinconie a tante mogli ed a tante fidanzate. Alle ore 10 del 4 luglio 1948, in tempi di dura economia, di povertà generale, con sull'uscio di casa ancora la miseria degli anni di guerra, dal Caffè Savoia allora sede del Moto Club. Bergamo, prendeva avvio la prima edizione della VALLI, e si concludeva dopo 257 chilometri in Ponte Nossa, dopo aver percorso la Valle Taleggio ed il Passo del Vivione.

Poche decine di conduttori, di moto tra le più diverse per tipo e per età, di maglioni e di giacche e stivali residuati militari, di caschi od elmetti dalle fogge più diverse, di scarponi. La Val Taleggio, il Passo del Vivione inghiaiati, polverosi, isolati, veramente luoghi di tregenda.Nessuno poteva pensare allora che il fervido lavoro, la volontà di riscossa avrebbe portato l'economia, la viabilità, la civiltà tecnologica alle meraviglie di oggi.

Nel 1950 partita da Bergamo, la VALLI si concludeva a S: Pellegrino dopo due giorni di accaniti duelli.

I Masserini, i Dall'Ara, gli Oldrati,i Tura, i Maffettini, i Manzoni, i Rovaris, i Somaschini, i Reguzzi, i Ferrario, tenevano banco per esperienza e capacità e già si affacciavano alla ribalta i giovani e nuovi conduttori ed organizzatori.

Foto sopra: alcune delle bellezze in mostra

Dalle strade alle prime montagne, ai primi sentieri, al vero fuoristrada. Nel 1954, sindaci, parroci, presidenti di pro-loco si susseguivano a richiedere al Moto Club Bergamo di elevare a dignità di tappa o di intertappa paesi, frazioni o parrocchie della montagna bergamasca, e la VALLI si articolava allora in quattro tappe, con sedi a ca' S: Marco, Clusone, Lovere e S. Pellegrino : la tappa notturna Nembro - Selvino alla luce di migliaia di fiaccole costituiva un richiamo ed una assoluta novità.
L'edizione del 1955 moltiplicava gli sforzi, la durezza del percorso, la durata a tre giorni, frazionati in otto tappe, conclusione a Selvino, toccando Ca' S: Marco, Vilminore, Valbondione, Gazzaniga, prime esplorazioni quindi su terreni, guadi, assai prossimi alle vette orobiche.

Il 1956 era l'anno dell'ascesa al Rifugio Calvi e della conclusione a Piazzatorre.

Bergamo diventa la fucina della regolarità. Nel 1959 la VALLI assurge a prova aperta ai conduttori europei e soprattutto sperimenta, per l'incarico del Bureau della FMI: le prove speciali di accelerazione e frenata, passaggio di guado, accelerazione pura, salita su terreno accidentato.

Di anno in anno, guidati da Maffettini, dagli indimenticabili Levo e Duccio Reggiani, da Foresti, da Saini, aumentavano le difficoltà, si moltiplicavano gli sforzi di collaborazione con la Gilera, la Guzzi, l'Aeromere, la Bianchi, la Parilla, la Morini, succedute negli impegni alla Rumi, alla Mi.Val, alla Devil.

Nel 1963 si scalava il Monte Poieto ed i conduttori davano autentici brividi alle centinaia di spettatori nella discesa della pista nota agli sciatori, fin tanto che nel 1968, sulla scorta dell'esperienza, dei percorsi scoperti e sofferti, Bergamo dimostrava la sua legittimità ad essere degna sede della " Sei Giorni Internazionale " di S. Pellegrino.

La VALLI nel 1969 ha abbandonato la sua veste di prova di campionato italiano a classifica generale individuale, per assumere quella assai più impegnativa ed importante di prova del Campionato Europeo della Regolarità con una classifica per classi.

Dai 38 conduttori avventurosi e pionieri del 1948, si è toccato il tetto delle centinaia di iscritti nel 1976, tetto che ha determinato il vaglio delle iscrizioni sia per ragioni di ordine organizzativo che per quelle di ordine pubblico.

Gli spettatori sono passati da qualche decina a decine di migliaia.

Agonisticamente parlando, fino al “64 gli Italiani in gara continuarono a ben figurare, ma dall’anno successivo e fino al “72, furono gli stranieri a farla da padroni, forti di motociclette a due tempi più idonee e potenti dei quattro tempi di cui i nostri piloti erano dotati.

La riscossa cominciò nel 1971 con l’accoppiata Gritti-Puch, vincitori assoluti, per dilagare negli anni successivi con l’avvento della KTM, SWM ed il breve periodo d’oro della Gilera.

E’ questa l’epoca dei “caschi rossi” che culminerà con le tre vittorie consecutive del Trofeo Mondiale alle Sei Giorni di Francia, Germania ed Italia

Nel 1974 solo 20 piloti erano riusciti a tagliare il traguardo.

Il 1979 fu l’anno nero della “Valli”, a causa dell’incidente con conseguenze mortali di cui fu vittima lo svedese Lennart Andersson, nonostante il pronto soccorso prestatogli da Franco Gualdi.

Negli anni “81, “83, “85, e “86, la gara non viene disputata per via della concomitanza con Gare internazionali, organizzate in Italia ( Sei Giorni dell’Elba, Sanremo, Marca Trevigiana e Sei Giorni di San Pellegrino.

Torna nell’”88 con un trionfo Italiano, successo in cinque classi. E’ l’epoca dei Pellegrinelli, Signorelli, Gualdi.

Nel “94, la Valli diventa prova di Campionato del Mondo ed ancora gli Italiani a farla da padrone con Grasso, Sala e Rinaldi. Il resto è cronaca recente. I nomi che hanno fatto grande questa gara, sono i nomi di coloro che hanno fatto grande la Regolarità, tra questi Masserini, Dall’Ara, Mattioli, Saini, Fenocchio, Moscheni, Vergani, Gritti, Brissoni, Rottigli, Gualdi, Oldrati,Signorelli, Taiocchi, l’indimenticato Marinoni, Grasso, Pellegrinelli, ed i più recenti Farioli, Sala, Rinaldi, Scovolo, Rossi, Nicoli.

Tra gli stranieri ricordiamo, Kamper, Brinkmann, Salevsky, Uhlig, Specht, Withoft, Muller, Merriman, Tiainen, Aro, Bergvall, Salminen, Eriksson. Questa un po’ la storia della “Valli”.

Alla versione “Revival” può partecipare solo chi ha concluso una gara internazionale riconosciuta dalla Federazione Motociclistica Mondiale. Deve avere compiuto 40 anni di età e su una moto costruita entro il 1975. Qualcuno dei nomi citati era presente a questa edizione.

Brinkmann su Hercules, Farioli su Penton-KTM, Feich e Signorelli su Zundapp, Rottigni e Sironi su SWM, Dall’Ara su Morini, Rosa su Gilera, Brissoni- Gambirasio e Oldrati su KTM, Muller su MZ, Gritti su Puch, Gualdi su Gilera-Frigerio.Ogni volta la scuderia Fulvio Norelli del Motoclub Bergamo riesce a confezionare una Valli Bergamasche Revival sempre migliorata rispetto alla precedente. Ci è riuscita anche domenica scorsa, in occasione della 12esima replica, con l’evento che assegnava il 14° Memorial Gino Reguzzi e che coincideva con il 40° di fondazione della società giallonera.

L’impeccabile organizzazione ed il bel tracciato di gara hanno fornito l’adeguata base di partenza, il beltempo ha reso tutto più facile e piacevole, la “storica” location presso la zona della Fara, in Città Alta, ha dato una marcia in più. E poi il pubblico, davvero numeroso, con tanti appassionati ed esperti ma anche parecchi curiosi, tutti contenti di poter ammirare così tanti campioni, italiani e stranieri, e motociclette da sogno, ancora capaci di suscitare sorprese ed emozioni La manifestazione è decollata poco prima delle 10, con le partenze degli apripista. Poi si è presentato al via (ed è stato un momento toccante) Lucio Arosio, con l’Hercules n° 1 che fu del compianto padre Walter, e quindi, alle 10, tra due ali di folla, sono cominciate le partenze dei concorrenti in gara. Poco dopo i piloti hanno cominciato a fare sul serio, nella prova speciale alle Cave del Gres, a Petosino, risultata un po’ polverosa, e quindi nella prova speciale realizzata su un pratone a Gromlongo di Palazzago, affrontata due volte. Per finire altra sfida al Gres, questa volta in senso contrario.

CONSULTA L'ALBO D'ORO

ELENCO ISCRITTI 2007

Le difficoltà non sono mancate, parecchi mezzi hanno accusato guai più o meno grandi e così, all’arrivo, dalle 14,30 in poi, sono arrivati 189 conduttori, una ventina meno di quelli partiti. Il Trofeo Reguzzi, in palio alla prima squadra, è stato conquistato dal Vintage Racing 1 composto dai tre campionissimi Gualtiero Brissoni (Ktm), Alessandro Gritti (Puch) e Claudio Oriboni (Morini), il successo assoluto è arriso a Brissoni che ha preceduto, per quasi otto secondi, Gritti. Classe per classe l’hanno poi spuntata Pietro Caccia (Ancillotti), Luciano Tetoldini (Ktm), Oriboni, Gritti, Giuseppe Signorelli (Morini), Sandro Ferretti (open) i campionissimi Gritti e Brissoni all'arrivo alla Fara
Ciao
Mauro
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