|
CARPAT EXPRESS
2006
(forse sarebbe stato meglio
la Romagna) |
|
Creato da Dinu Solojan, il Carpat Rally è noto
per essere la gara europea con le tappe più lunge e seconda
solo alla Dakar, a detta di molti piloti più difficile
della Dakar stessa, non per la lunghezza del percorso, ma per
il giusto mix che lo rappresenta dato da navigazione pura e
tratti enduristici quasi estremi.
Accanto all'appuntamento racing
è stato inserito anche il Raid, carovana non competitiva
di piloti che seguono il rally nel suo percorso che fa assaporare
la sensazione di partecipare ad una gara mondiale senza bisogno
della licenza di pilota.
|
Testo e foto
Franzo Zordan
|
|
Nata come gara itinerante
per la Romania con le prime edizioni che arrivavano fino a Costanza
sul Mar Nero partendo da Arad, via via la soluzione è stata
quella di fare le così dette tappe a margherita in modo
di non dover spostare tutta la carovana dei paddok su e giù
per la Romania; la soluzione ideale era quella degli ultimi anni,
cioè di fare un unico spostamento da Deva ad Alba Julia:
in questa maniera con uno spostamento di 80 km si dava la possibilità
anche a quelli del raid di non perdere la tappa in quanto si poteva
alla fine tornare a prendere la macchina nella città precedente
. |
Di Carpat ne ho fatti cinque su sette, lo aspetto ogni
anno sperando in un evento che superi quello dell’anno
precedente. Quest’anno sulla carta si presentava come
l’edizione della svolta, l’assoluto,il più
duro di tutte le edizioni; nei due siti ufficiali si leggeva
di prepararsi bene fisicamente in quanto ci sarà da soffrire
dicevano. Viste queste premesse decido di partire con la Kawa
klx 300 4t moto leggera e affidabile, certo meno potente del
klx 650 Tosco con la quale ho fatto le precedenti edizioni .
Il programma parlava di ritrovo ad Arad il lunedì
31/7 in giornata, partenza gara il martedì con prologo
a Moneasa per stare 2 notti e poi spostare tutto a Alba Julia
con tappa finale il sabato !?!? Che senso ha , non capisco,
mi sembra poco logico.
|
(ecco la bella 650 del Leva ispirazione
per la realizzazione del verde lattugone del Posaja)
|
Una volta arrivati e dopo una serie infinita
di polemiche dovute a problemi mal gestiti di tesseramento dei
piloti arriviamo all'ora di cena. Il nostro gruppo composto da
4 piloti, 2 raid, 1 cuoco, 1 meccanico con tanto di maglietta
ufficiale con vari sponsor più virtuali che reali che ci
fa sembrare “ UFFICIALI”, si muove verso un posto
caratteristico di Arad.
Un’isola parco dove per accedere
allo stesso bisogna passare su un ponte di barche e pagare un
biglietto. Ci troviamo in una sorta di Octoberfest rumena con
tavoli di legno e locali vari.
|
Per chi non è pratico, Arad si trova pochi
km dopo il confine Ungherese, Moneasa è a 100 km da Arad
isolata in mezzo a un monte con un’unica strada che arriva
e muore lì, Alba è a 300km da Moneasa , in termini
di tempo vuol dire 3 ore per raggiungere Arad e almeno 6 ore
per raggiungere Alba.
Considerando che ad Arad ci andiamo solo per formalizzare
le iscrizioni per poi spostare tutto a Moneasa per il prologo,
iniziano a girarmi i coglioni al pensiero di dover perdere due
tappe, una delle quali la più lunga, ma non posso rinunciare
a questa edizione, parto.
|
|
La speranza è
quella che così bardati le fighe ci saltino addosso con
le mutande in mano implorando di deflorarle seduta stante, ci
muoviamo con il petto gonfio sperando ciò accada ma…
niente non ci cagano; sembra che la cosa per loro sia più
che normale, evidentemente il gruppo non attira le voglie di queste
verginelle, ma a guardarci bene hanno ragione le magliette sono
troppo attillate e i ventri molto prominenti, gli sponsor poco
conosciuti e gli sguardi di almeno 3 di noi sono di quelli che
vedono il mondo per la prima volta facendo commenti a voce alta
su ogni loro abitudine diversa dalla nostra. Non resta altro che
sederci ad un tavolo e tentare di tacchinare la cameriera l’unica
che ci da retta. |
01/08 PRIMO GIORNO
, IL PROLOGO |
La scena che si presenta dopo pochi
minuti ha dell’incredibile sentiamo un rumore della moto,
è Massimo Chiesa vincitore della scorsa edizione , lo
sentiamo dentro il bosco ma il rumore della moto non è
lineare e aperto, sembra che apra e chiuda in continuazione
… strano … io vedo l’uscita del bosco e mi
aspetto di vederlo uscire da un momento all’altro , …
invece vedo una mandria di cavalli imbizzarrita con Chiesa in
mezzo che tenta di passarli, non sbaglia la nota e lo vedo arrivare
correndo in mezzo a due cavalli : una scena incredibile.. questi
lo potevano schiacciare in qualsiasi momento; mi rendo conto
che ho una macchina fotografica e che devo fare una foto ma
il tempo di estrarla e l’uomo è gia passato. Ora
il problema è nostro: i cavalli proseguono la corsa spinti
da un’altro pilota e vengono verso di noi, sto fermo dietro
al cespuglio sperando che nessuno si inventi di saltarlo, guardo
Tanker anche lui immobile e sbigottito; lì per lì
non ci siamo resi conto che potevamo essere tranquillamente
travolti da questa mandria
|
Verso le 17,30 arrivano
i primi piloti, la partenza per il prologo è alle 18. Partiamo
un po’ prima dei piloti convinti di trovare un posto bello
per vederli passare, dopo i primi chilometri su uno sterrato veloce
e ghiaioso entriamo dentro un bosco con una pista di terra soffice
e all’uscita trovo un punto dove la nota dice di andare
a sinistra ma la velocità di arrivo e l’istinto dicono
di entrare nel bosco successivo e andare dritti, non sbagliavo
quasi tutti i piloti ci sono cascati.
Bene, nascondiamo le moto dietro a un
cespuglio e restiamo in attesa.
|
|
La prova
speciale passava attraverso una comunità contadina dedita
all’allevamento dei cavalli, non servendo recinti i cavalli
erano allo stato brado e al passaggio del primo pilota si sono
messi a correre verso il paese entrando per le strade e creando
scompiglio tra i turisti; i contadini accortisi del fatto hanno
atteso nella pista il passaggio dei piloti per protestare. Crista
era l’ultimo a passare in quanto doveva accompagnare due
pilotesse che viaggiavano ad andatura da bradipo, ad attenderlo
sulla pista c’erano quattro contadini incazzati neri, lui
si ferma credendo che questi lo volessero ringraziare per aver
portato tutte queste moto colorate e rumorose nella loro terra
ma questi senza parlare lo prendono a catenate sulla schiena,
con una forza tale che se l’uomo non avesse avuto le protezioni
lo avrebbero tagliato a metà. |
Da notare lo stupore del contadino che dopo avergli
sferrato il colpo e vedendo che il Crista non fa una piega,
guardandolo negli occhi prova un altro colpo senza ottenere
risultato; l’uomo perplesso protegge con il suo corpo
le amazzoni e appena passate se ne va , i contadini non avendo
avuto soddisfazione si rivolgono alla polizia facendo di fatto
scattare due denunce per Dinu ( 9 cavalli e 2 cavalle gravide
non sono mai stati ritrovati ).
Al briefing della sera annunceranno il primo taglio
del percorso con due tappe da 45 e 50 km.
|
|
02/08
SECONDO GIORNO , MONEASA
|
Al mattino la partenza
è fissata per le nove, noi con tutta calma montiamo il
road book e partiamo dopo i piloti. Siamo in tre, all’amico
Tanker si è aggiunto Andrea77 conosciuto l’anno prima
, è un pilota affidabile e bravo.
Il percorso è facile e scorrevole,
dentro boschi meravigliosi con tratti fangosi e piccoli strappi
in salita, ormai la compagnia è affiatata e non ci blocchiamo
mai.
|
Dopo 6 km inizio ad andare a prendere un gruppo di
piloti con cui facciamo carovana, dobbiamo girare tra poco,
ma come mi avvicino ad un tizio col ktm questo apre il gas e
incrocia la traiettoria sparando sassi all’impazzata,
sembrava in lotta per la vittoria, riesco ad affiancarmi e a
fischiare ma lui non molla piuttosto si uccide che farsi superare.
Con un guizzo mi taglia la strada e apre il gas riempiendomi
ancora di sassi, li mollo, io giro qui, i due continuano sulla
pista che si inerpica su una mulattiera, li vedo andare senza
girarsi non mollano.
|
Arriva Tanker e li aspettiamo insieme, dopo un po’
vediamo arrivare Andrea: è sconvolto dice che la mulattiera
è impossibile e il tizio col ktm l’ha superato
ed è sparito, ma dice che in alto è impossibile
anche girare la moto.
Nella foto a destra si vede ritratto un punto difficoltoso
è una frana che forma nella pista tre canaloni profondi.
Proseguiamo tra boschi e sterrati e ad un certo punto
in una radura vediamo degli zingari, donne e uomini che danzano,
rallentiamo e ci fermiamo a una distanza di sicurezza, ci fa
strano vedere questi che ballano, cercando una spiegazione logica
penso a un matrimonio zigano, penso a un comitato di accoglienza
per chi indovinava la nota dentro il bosco,… penso che
adesso ci squartano e ci tolgono gli organi per rivenderli al
mercato nero, gli zingari vivono di questo no?.
|
|
|
Ci fermiamo per vedere
da vicino e scopriamo che stavano girando un videoclip di una
cantante famosa in Romania, tale Angela Rusu, una formosa donna
molto solare e con grosse zinne che ballonzolano ad ogni passo.
Dopo le foto di rito ripartiamo ormai
siamo alla fine della tappa, l’ultima deviazione ci porta
alla fine del prologo proprio dove Crista è stato preso
a catenate, un brivido mi corre lungo la schiena . |
Torniamo al paddok facciamo il pieno, carichiamo il secondo road
book e ripartiamo per il giro successivo.
All’inizio della speciale veniamo avvisati che manca all’appello
il numero 22 e siccome siamo gli ultimi ci chiedono di ritrovarlo;
iniziamo, la speciale è velocissima con sterrati dove chi
ha il coraggio di tenere aperto fa la differenza, niente di rilevante
tranne i villeggianti che ci salutano accampati sulle sponde del
fiume; alcuni ci fanno segno di fermarci per pranzare con loro.
Incrociamo una vettura dell’assistenza con su caricata una
moto, è quella di Rev, ha preso una gran botta ma tutto
sommato sta bene.
|
|
Giunti ai paddok scopriamo il perchè
alla prima tappa non ci ha seguito nessuno: in sostanza il percorso
è stato tagliato in corrispondenza del bosco deviando tutti
per evitare l’incontro con i contadini, ma questo al briefing
non è stato detto tanto che alcuni sono passati sul percorso
vecchio come ci dissero gli zingari, pare che sia stato deciso
in corsa e che ci fosse una persona a deviare i partecipanti mentre
il gruppo del raid che ci seguiva ha seguito le tracce noi abbiamo
seguito il road book. |
03/08
TRASFERIMENTO, ALBA JULIA
|
Oggi devo solo trasferire
il mezzo da Moneasa ad Alba Julia quindi non corro, peccato è
la tappa più lunga. Tanker si attacca al gruppo di Giulio,
percorriamo a ritroso la strada incrociando mezzi assurdi.
All’arrivo i piloti descrivono
questa tappa come la più vicina allo standard di gara,
sufficientemente lunga e complessa , questo non fa altro che aumentare
la mia rabbia per non averla potuta fare. Bollettino medico :
Pasquato gamba rotta
La serata passa tranquilla, dopo cena il briefing, dove annunciano
l’ennesimo taglio di percorso proprio nella parte del parco
con percorsi sottobosco fantastici, adducendo storie di permessi
non ottenuti.
|
|
|
Scopriremo che proprio nel parco la KTM sta effettuando
una prova del famoso Romaniacs prova estrema sponsorizzata dalla
Red Bull, evidentemente l’organizzazione non voleva farci
scoprire che in Romania esiste dell’altro.Sono qui da
3 giorni e ho fatto 110 km di fuoristrada decisamente sottomedia,
mi girano i coglioni.
Per consolarci proviamo ad entrare nel famoso night adiacente
all’albergo ma…. desolazione , praticamente vuoto!
|
04/08 ALBA JULIA –
ALBA JULIA |
Sveglia presto, voglio
correre sono pronto prima dei piloti, non aspetto nessuno avviso
i miei compari che li aspetterò all’inizio della
prova speciale, il trasferimento è in parte su asfalto
e in parte su un lungo sterrato piatto polveroso, vado piano voglio
godermi tutto , arrivo all’inizio della p.s. e… aspetto,
i piloti quelli veri arrivano alla spicciolata , li guardo, mi
piace vedere i gesti che fanno prima di entrare in p.s.
|
Arrivano anche i mie compagni e decidiamo
di entrare in prova speciale prima dei piloti in modo da vederli
passare, abbiamo dieci minuti prima che il primo prenda il via.
L’inizio e veloce con note lunghe e molto chiare, poi
una deviazione dentro il bosco, dobbiamo trovare un punto per
fotografarli, non c’e niente di tecnico decidiamo allora
di fermarci all’interno del bosco ormai sono le dieci,
sono partiti non c’e tempo per trovare un punto migliore
|
Cavolo se sono veloci,
l’obbiettivo non riesce a bloccarli, l’unica nota
interessante è il sorpasso proprio nel bosco, di Uslenghi
su Pastorello.. in pochi km ha recuperato i 30 secondi di vantaggio.
Dopo pochi metri all’uscita di
una curva vediamo questo
È il pilota numero 25 che viaggiava
nelle ultime posizioni , ci fermiamo e tentiamo di estrarlo |
|
|
Ma il fango è
più forte e non riusciamo, arriva per fortuna l’altro
gruppo del raid con al comando Giulio e in cinque riusciamo ad
avere la meglio sul fango. |
Lasciamo ripartire il
gruppo di Giulio in modo da non aver nessuno dietro e ripartiamo,
il percorso ci porta dentro quei famosi boschi del 2003 con piste
di terra umida e sassi, con tornanti secchi che si arrampicano
sulla montagna da fare tutto d’un fiato: un vero orgasmo,
una libidine assoluta, esprimere emozioni su questa parte di percorso
è difficile so solo che ogni volta che arrivo in cima dove
c’è una radura con una Madonnina mi fermo e penso
che è stato meglio di una scopata e devo per forza fumare
una sigaretta.
Dopo questo orgasmo il percorso riprende in quota quello del 2003
con passaggi all’interno di boschi su piste di terra soffice
e subito i ricordi di quando nel 2003 ci fermammo con Ciaccia
a scambiarci le moto e assaporare quei momenti di pace assoluta. |
|
|
Passati questi momenti
felici in una pista veloce vediamo ancora il gruppo di Giulio
fermo ma questa volta per qualcosa di grave: vediamo una KTM a
terra e un pilota in ginocchio sulla pista, ci fermiamo e ci dice
che ha preso un palo che sporgeva per metà sulla pista
non vedendolo o meglio accorgendosi all’ultimo ha tentato
di schivarlo prendendolo sulla spalla piuttosto che sul collo,
è il tizio a cui Pietribiasi ha riparato la moto la sera
prima.Alla sera molti piloti diranno che lo hanno sfiorato per
puro caso, non oso pensare se qualcuno della gara lo avesse preso
in pieno petto, penso anche a quei famosi apripista che fanno
il percorso il giorno prima, uno sano di mente lo avrebbe tolto.
Ora il problema è come muovere l’uomo visto che ha
la spalla fuori uso e non riesce a muovere il braccio , i telefonini
non hanno segnale siamo su un punto estremamente isolato su una
pista stretta e pensiamo che il fuoristrada non arrivi , vediamo
sul road book che tra 11 km c’è un villaggio. L’idea
è questa: un paio restano con il ferito, in quattro scendiamo
avvisiamo i soccorsi di farsi trovare al villaggio, torniamo in
due su una moto e portiamo giù l’uomo in sella con
Giulio mentre l’altro porta giù la moto. |
Con lui resta il fido Borghin: una
leggenda vivente, un pilota che si avvicina ai settanta e corre
da sempre; possiede più di 400 moto da fuoristrada dal
dopoguerra in poi, conosce tutto e tutti, di storie da raccontare
ne ha tante, senz’altro lui non lo farà addormentare.
Arrivati riusciamo a parlare con Dinu il quale ci assicura di
mandare dei “ salvamount “ così si chiama il
soccorso alpino locale, Giulio ci congeda essendo la situazione
sotto controllo |
Al mattino partiamo per
quello che sarà l’ultimo atto di questo Raid decisamente
sottotono, la tappa è un classico, quella del monastero
, andiamo alla partenza e partiamo subito dopo i piloti per loro
ormai questa è una proforma visto che c’è
un vincitore quasi sicuro .
La tappa parte subito con una mulattiera impegnativa ed è
più dura del previsto, ci porta subito in quota dove sul
costo della montagna troviamo il gruppo del raid capitanati da
Cecucci; questi sono stati messi lì a presidiare una frana
che si è portata via mezza pista. Passiamo l’ostacolo
e proseguiamo verso la cima del monte, entriamo nel bosco e inizia
una discesa su una mulattiera piuttosto impegnativa, affiancando
un ruscello troviamo in fondo un passaggio piuttosto difficoltoso
dove dobbiamo trasferire le moto una ad una . |
|
Facciamo il nostro lavoro, passiamo
dall’altra parte e arriva il gruppo di Giulio, diamo una
mano anche a loro e poi arriva il gruppo di Beccucci. Giulio non
li aspetta e se ne va essendo loro di un’altra parrocchia,
scopriremo poi che in quel punto Pietribiasi arrivando a manetta
è caduto, restando incastrato sotto la moto aiutato da
Chiesa che sportivamente ha rinunciato alla vittoria pur di aiutarlo. |
Arrivano le nuvole e inizia a piovere;
decidiamo di fermarci e indossare la giacca impermeabile, ci supera
il gruppo di Giulio che si era fermato al monastero, dopo pochi
km l’acqua è davvero tanta e le nuvole basse tanto
da compromettere la visibilità.
Arrivando ad un incrocio corrispondente
all’uscita della prova speciale e troviamo Borghin con una
gomma a terra. Quale miglior occasione per poterci fermare visto
che proseguire è un’impresa ?..Decidiamo di far campo
qui e goderci l’uscita dei piloti .
Mentre Borghin cambia la camera scopriamo un piccolo bar dove
rifocillarci e attendiamo l’uscita dei piloti, piove e fa
freddo. |
Arriviamo al rifornimento, lasciamo partire tutti
e partiamo dietro al gruppo, la pista ci porta via via vicino
al monastero affrontiamo un grosso guado prima di inerpicarci
sulle sterrate in salita con tornanti secchi da fare in derapata,
si può dire che questo tratto lo conosco a memoria sono
una ventina di km da fare a manetta seguendo lo sterrato principale
senza deviazioni. Finita la parte tecnica arriva la parte facile,
lo sterrato si trasforma in una larga strada sterrata che non
dà emozioni tranne che per i paesaggi che si vedono.
|
|
Si fanno attendere ma alla fine arrivano, sono sconvolti
sembrano usciti da un girone infernale, dicono che alla collina
non si vedeva niente, che era difficile salire sull’erba
bagnata .
Tra i primi ad arrivare c’è Chiesa che racconta
il fatto di Pietribiasi guarda l’orologio, se passa ancora
due minuti prima che arrivi ha vinto, ma non è così,
arriva Pietribiasi guidando come un forsennato, è senza
occhiali e senza strumentazione , ha vinto con un minuto e mezzo
di vantaggio, subito ringrazia Chiesa per il gesto, poi racconta
che ha rotto la strumentazione e ha guidato fino a lì
solo con l’uso del gps.
Arrivano anche altri piloti dopo parecchi minuti con
moto semidistrutte senza manopole e senza strumentazione.
|
Arriva anche una jeep con all’interno un pilota
vistosamente fasciato, si ferma e scende Klaus Nennewitz bestemmiando
in venetotedesco dicendo che si è rotta la spalla: guidava
sull’erba alta ed è andato a sbattere su un grosso
sasso venendo proiettato in avanti.Ma non si
lamenta per il dolore ma solo perchè non ha potuto finire
la gara.
Intanto visto che Uslenghi non si vede e ormai sono
usciti quasi tutti decidiamo di prendere la strada per l’albergo,
scendiamo sotto una pioggia incessante .
All’albergo scopriamo che Uslenghi è già
arrivato; dice di essersi ritirato non trovando la pista.
|
|
|
Le premiazioni si tengono al Pub 13, un locale sotto
le mura romane della città, è un posto veramente
bello e moderno, l’organizzazione ha affisso manifesti
in tutta la città invitando la cittadinanza a partecipare
alla serata di gala. Dentro di pubblico ce ne è veramente
poco, in compenso il buffet era vario e abbondante. La serata
si svolge come nelle migliori tradizioni con uno sforzo veramente
lodevole da parte di Dinu di fare apparire importante questa
gara per la città di Alba Julia invitando tutte le autorità
sul palco a fare un discorso.
Nota curiosa : alla frontiera ungherese il camper dei
veronesi ha preso la multa per CONTRABBANDO DI BENZINA: era
rimasta mezza e dico mezza tanica di benzina sul carrello portamoto,
il doganiere accorgendosene e non trovando altro ha deciso di
fare una multa di 100 euro; il fatto strano è che noi
avevamo 7 taniche sul camion, ma da noi cercavano stecche di
sigarette e non hanno appurato se erano piene o vuote .
Diciamo che il tema di questo Carpat era l’improvvisazione,
questo è apparso agli occhi di tutti, le tappe erano
decisamente corte e gestite male, se questo è l’andamento
credo che in futuro non avrà più tante adesioni
da parte di piloti e di rider. La formula è decisamente
sbagliata, non si possono pagare 690 euro di iscrizione +38
euro per assicurazione medica fare 2700km di trasferimento e
avere in cambio solo il dormire e il road book per fare meno
di 450km di fuoristrada reali. il resto e affidato alla buona
stella che ognuno ha .
Levoski
|
|