KXE 450F MY 2007
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Foto e riprese video: Pettolino
Testo e prova: Posaja
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Per un Kawasakista ultadecennale come
me, non vi nascondo che testare un mezzo come questo da una emozione
in più.
KL nella persona di Eugenio Cova (direttore
dell'ufficio stampa) ci ha permesso di effettuare una serie di
test nell'arco di un periodo lungo, mettendoci a disposizione
l'attuale modello di punta per il mercato dell'off-road agonistico.
Linee morbide, ma decise caratterizzano
lo stile della nuova KXE 450F che veste la consueta livrea verde
acido che Kawasaki riserva alla produzione racing.
Ma iniziamo con una breve carrellata
sui dati tecnici. |
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SCHEDA TECNICA
- Prezzo al Pubblico: € 9.170,00
- Motore: Monocilindrico 4T
- Cilindrata: 449 cc
- Raffreddamento: A liquido
- Alesaggio x Corsa: 96 x 62,1 mm
- Distribuzione: DOHC a 4 valvole
- Rapporto di Compressione: 12,0:1
- Carburatore: Keihin FCR40
- Accensione: Elettronica digitale AC-CDI
- Cambio: A 5 rapporti
- Avviamento: A pedale con ACR
- Trasm. Primaria: A ingranaggi
- Trasm. Finale: A catena
- Telaio: Perimetrale in alluminio
- Inclinazione di Sterzo: 27,1°/117 mm
- Sosp. Ant.: Forcella telescopica upside-down Kayaba
da 48 mm con steli trattati (DLC)
- Sosp. Post.: Nuova Uni-Trak con ammortizzatore
regolabile Kayaba
- Pneum. Ant.: 90/100-21
- Pneum. Post.: 140/80-18
- Freno Ant.: Disco semiflottante a margherita da
250 mm con pinza a doppio pistoncino
- Freno Post.: Disco singolo a margherita da 240 mm
con pinza a singolo pistoncino
- Lunghezza: 2.185 mm
- Larghezza: 820 mm
- Altezza: 1.280 mm
- Interasse: 1.485 mm
- Altezza sella: 940 mm
- Peso a secco: 106,8 Kg
- Capacità serbatoio: 7,2 lt
- Omologazione: Unica END/SM Euro 2 - 2 Posti
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Al primo impatto la moto colpisce per
l'estetica, le volumetrie armoniose ed il bellissimo telaio
scatolato d'alluminio di tipo perimetrale (ricordiamo che Kawasaki
per prima introdusse la soluzione del perimetrale nell'off-road
per le sue caratteristiche di rigidità e precisione)
evocano i canoni più aulici della bellezza in senso puro.
L'estrema leggerezza del mezzo è
immediatamente percepibile, anche solo per gli spostamenti a
mano.
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Il rubinetto carburante dalle sole
due posizioni (ON/OFF) denuncia la provenienza crossistica del
progetto.
L'assenza del selettore di riserva
obbliga ad un certo grado d'attenzione ai consumi nelle uscite
giornaliere.
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Il reparto sospensioni
resta fedele al marchio Kayaba con il meglio della produzione
attuale. All'anteriore una bella rovesciata da 48mm con trattamento
degli steli per la scorrevolezza dona una morbidità di
risposta unica unita al look accattivante della colorazione nera
dello stelo contrapposta al color rame del fodero.
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Il mono è dotato di un doppio
registro di regolazione per le alte e le basse velocità,
la molla è una chicca realizzata in titanio!
La taratura e l'assetto complessivo
del mezzo sono da enduro vera! |
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l'impulso che comanda la trasmissione
dati non è attuato da un magnete, ma da un diodo che
misura l'alternanza vuoti pieni.
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Dischi a margherita all'anteriore ed
al posteriore con pinze e pompanti marchiati Nissin.
Sul posteriore è anche posizionato
il sistema di captazione del movimento che interfaccia con l'unico
strumento digitale, facente le funzioni di tachimetro, contachilometri
e contagiri.
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Un unico blocchetto comandi
aziona luci, frecce e clacson previsti dal kit di omologazione
per l'uso stradale.
A destra l'imponente trave ascendente
del telaio è bello come fosse una scultura d'arte moderna.
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Tra le differenze esteriori col modello
cross, oltre agli indicatori di direzione, il faro e la targa,
c'è il cavalletto laterale a stampella di tipo a scatto
rapido e dotato di elastico di sicurezza per fissarlo nella
posizione di chiusura.
Anche il silenziatore differisce da
quello della sorellina da pista per una maggiore lunghezza ed
un migliore potere fonoassorbente anche se il sound resta prepotente
ed un pò più elevato delle rivali CRF e WR.
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Molto contorta ed alta la leva d'avviamento
che impone una salda presa a terra del piede d'appoggio per
poterla azionare efficaciemente.
L'accensione è esemplare, il
KXE parte al primo colpo in ogni situazione, a caldo ed a freddo,
come da tradizione Kawasaki.
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Alla moto viene aggiunto un telaietto
di supporto del parafango posteriore con integrata una maniglia
molto pratica per girare il mezzo a mano o per tirare via la
ruota dal fango o da un canale.
Esigua la protezione offerta dallo
skid plate di serie per la delicata zona di accoppiamento
dei carter centrali del motore.
Nella foto sotto possiamo ammirare
i registri di regolazione rapida della carburazione ed il pomello
dell'arricchitore per le partenze a freddo, il tutto molto factory
style.
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Altra provenienza tipicamente crossistica
è denunciata dalla catena di trasmissione priva di O-ring,
da sostituire appena presa la moto dal concessionario (foto
a destra).
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Il collettore dello scarico disegna
un'ampia voluta che, seppur in posizione abbastanza elevata,
aumenta i rischi di danneggiamenti in caso di sassate o cadute
oltre al rischio ustione.
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Veniamo ora a vedere quale
è il comportamento di questo ramarrone verde nell'utilizzo
sul campo.
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Per effettuare il test abbiamo portato
la quattro e mezzo di mamma Kawasaki lungo due delle più
belle e tecniche mulattiere dell'appennino Lazio-Abruzzese.
La famigerata "sasso smosso" nei pressi di Vicovaro
Mandela e la "mulattiera del pollaio" di Rio Freddo.
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La trazione del propulsore è fenomenale.
Ha un poderoso tiro sin dai bassi regimi, accoppiato ad una progressione
molto piatta e gestibile fino al raggiungimento della coppia massima
dove si scatena in esplosioni di potenza e divertimento puro! |
Sulle pietre la KXE sembra davvero
volare. La sua leggerezza è tale che più di smuovere
l'ostacolo lo scavalca agevolmente, facilitata dall'ottimo lavoro
delle sospensioni che non trasmettono quasi le asperità
assorbite al pilota.
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In discesa è sufficiente lasciar
fare tutto alla moto e godersi lo spettacolo e la velocità
in tutto relax e perfetto controllo dellla situazione.
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Nella seconda mulattiera
caratterizzata dal fondo argilloso sono emerse le doti di guidabilità
nei veloci cambi di direzione tra i tornanti con appoggio.
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Per completezza abbiamo portato questo gioiellino lungo
una velocissima sterrata per saggiarne il comportamento sul
veloce e la sua stabilità ci ha molto sorpreso.
L'unico vero limite è stato avvertito lungo
i seppur brevi trasferimenti bitumici laddove non è facilmente
gestibile un passo superiore agli 80-100 Km/h.
Nel test abbiamo riscontrato solo due inconvenienti:
il cedimento del paraolio destro della forcella ed un malfunzionamento
del tachimetro che a moto ferma segnava velocità a casaccio.
Per il resto la moto è stata una rivelazione da tutti
i punti di vista ed una enduro al 100% nonostante la stretta
derivazione dal modello nato per il motocross.
Dopo aver provato questo gioiello aspettiamo ancora
più impazientemente l'arrivo sul mercato della nuova
KLX 450R che introdurrà l'avviamento elettrico ed alcuni
particolari studiati appositamente per un uso enduristico.
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Speriamo che la moto vi sia piaciuta almeno la metà
di quanto è piaciuta a noi e, invitandovi a scaricare
la videoprova, vi diamo appuntamento al prossimo test degli
Enduristi Anonimi.
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Clicca sull'anteprima in alto e goditi il videotest!!
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