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KXE 250 2t

Abbiamo testato per voi la nuova Kawasaki KXE 250 due tempi versione 2005

La prova è stata effettuata presso il circuito internazionale di Malagrotta (RM) ed è volta a individuare le caratteristiche del mezzo in riferimento alla pratica dell'enduro domenicale/amatoriale nonchè alle caratteristiche tecniche ed alle performance di tipo sportivo agonistico del mezzo in se.

Il test non ha velleità di fornire un giudizio di tipo assoluto, ma ha carattere comparativo dei due diversi modi (racing e dilettantistico) di interpretare la moto provata lasciando al lettore la libertà di formare la propria idea d'insieme

Tester della prova il vostro WM per ciò che riguarda il parere dell'endurista della domenica e Manuel Lucchese (nostro collaudatore ufficiale nonchè giovane promessa dell'enduro italiano e mondiale)

 

SCHEDA TECNICA

Cilindrata: 249
Raffreddamento: a liquido
Avviamento: pedale
Marce: 5
Freni: D-D
Misure freni: 250-240
Misure cerchi: (ant./post. in pollici): 21-18
DIMENSIONI

Lunghezza: 965
Larghezza: 104
Peso:
97 Kg
Capacità serbatoio: 8,2 L
Prezzo in €: 7.695


Cominciamo subito col dire che la moto ci è piaciuta molto ad entrambi e da subito ha messo in luce innumerevoli pregi intrinseci.

La componentistica è di qualità e le rifiniture ad alto livello, ciò che ci si aspetta da una jap, ma in questo caso la Kawasaki sembra nutrire un seppur piccolo vantaggio nei confronti delle concorrenti

Di serie il disco flottante anteriore da 250mm di diametro è molto aereato per favorire un efficiente raffreddamento e drenaggio di fango e terra

La vaschetta dell'impianto idraulico posteriore è integrata con il sistema pompante per limitare al massimo l'eventualità di inconvenienti durante l'uso sui terreni pesanti e pastosi che portano fango e detriti ad incastrarsi in quel punto del forcellone.

Allo stesso modo anche il posteriore, che differisce nella misura (240mm) e nel fatto che è di tipo fisso, risulta abbastanza modulabile e non tende al bloccaggio, malgrado il generoso dimensionamento. Pompe e pinze sono della Nissin.

 

Le pedane sono larghe e ben spaziate assicurando un'ottima presa e drenaggio del fango, perfetta la distanza dalla sella e l'avanzamento

Sufficientemente riparato il comodo spioncino del livello olio in cristallo antiurto che viene affogato nel carter frizione in magnesio, anch'esso di serie

L'alimentazione è affidata ad un carburatore KEIHN dalle generose dimensioni e attinge il cilindro attraverso un altrettanto dimensionato pacco lamellare

Delicato il settaggiodelle sospensioni (entrambe Kayaba e con una forcella rovesciata da 48mm all'anteriore) che, specie sulla forcella necessita di una taratura accurata per ogni tipo di terreno.

I risers possono essere girati per variare l'offset dell'attacco manubrio portandolo indietro o avanti di circa un centimetro

La generosa camera d'espansione dello scarico risulta molto esposta agli urti e pertanto necessita di un'adeguata protezione non prevista dalla casa

Sempre strettamente di serie la leva freno snodata e con punto di rottura prestabilito grazie ad un invito d'indebolimento verso la porzione più esterna

iniziamo con i pareri di Manuel, tester ufficiale degli Enduristi Anonimi

Ma veniamo ora alla prova vera e propria e alle impressioni di guida di questa bella moto

Precisiamo che la moto in prova montava un cerchio posteriore da 19"

La principale caratteristica della moto è l'erogazione molto corposa, rispetto ad altre due tempi, infatti la coppia si distribuisce bene su tutta la curva di potenza senza risultare troppo vuota ai bassi regimi dove anzi sorprende per prontezza e modulabilità

 

L'interasse è molto lungo e la rende troppo lenta nei cambi di direzione repentini dove ha molta inerzia che deve esser contrastata fisicamente dal pilota sia per metterla in piega che per ritirarla su

 

La taratura enduristica delle sospensioni la rende molto "ballerina" su un campo da cross così secco e compatto come quello dove si è svolta la prova, che l'ha vista uscirne meglio soprattutto nei tratti più veloci

 

Potenza ed erogazione senz'altro le danno un vantaggio sulla concorrenza

L'impostazione di fondo rimane comunque quella di una moto da cross con la targa "appiccicata" e quindi in grado di digerire forti stress senza particolari difficoltà

Nell'arco del test sono state simulate le varie reazioni alle più comuni situazioni che nell'enduro si possono presentare come il superamento di canali e buche, ma le condizioni del terreno non hanno reso possibile verificare il comportamento sul fango o nelle pietraie

Veniamo ora ad analizzare le impressioni di guida del vostro WM

La moto ha un'ottima impostazione di fondo, il suo telaio perimetrale le conferisce una rigidità che consente una guida molto precisa, ma al contempo, il fatto che sia in acciaio e non scatolato di alluminio come le ultime tendenze di mercato dettano, consente di avere una guida poco stancante ed intuitiva non esasperandone la rigidità sino a livelli non proficui per i piloti medi

Il motore è in effetti molto gestibile e non dà la classica "botta" che mette in difficoltà chi è meno esperto o comunque meno allenato, insistendo nella marcia allunga e spinge sempre più, ma in modo costante e quasi prevedibile

Intorno alla pista l'ho provata lungo rampe di terra molto irte, simulando situazioni simili a quelle che si possono ritrovare in mulattiera ed anche li mi è parsa semplice da gestire e sincera anche se temo che in condizioni di terreno pesante l'aiuto del peso ridotto non basti a compensare il carattere del motore che resta quello di un due tempi

La posizione in sella è ottimale, i comandi si trovano tutti alla distanza giusta ed il feeling è immediato, in uscita di curva aprendo la manetta il posteriore inizia a partire di potenza, ma la sicura presa sulle pedane e il fantastico lavoro del telaio consentono di mantenere la derapata senza togliere gas direzionando la moto sino alla stabilizzazione che sopraggiunge senza scarti e oscillazioni

(scarica il video della prova)

Le odierne prestazioni dei motori 4 tempi che hanno coppie sempre più appuntite e affidibilità sempre meno granitiche con interventi manutentivi ravvicinati, rilanciano questi 2 tempi che, uniscono un rapporto peso potenza più vantaggioso ad una più economica gestione del mezzo con erogazioni sempre meno brusche grazie agli sviluppi soprattutto dell'elettronica. Le nuove legislazioni antiinquinamento minacciano il futuro di questi propulsori, speriamo che non si tratti di semplice speculazione delle case produttrici.

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