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YAMAHA WR 125 2006

L'avevamo già vista al Salone del motociclo di Milano e subito aveva colpito per l'adozione del nuovo telaio in alluminio.

La casa dei tre diapason, infatti, sebbene abbia aperto le porte alla generazione delle nuove "macchine" da fuoristrada col lancio della serie WR quattro tempi -che all'epoca introduceva per prima il concetto di snellezza ed impostazione crossistica nell'enduro- ha subito un grosso ristagno di idee che l'ha vista ferma al palo per molto, troppo tempo.

Eccezionale anteprima del sito EA che per primo, rispetto alla concorrenza informatica e alla carta stampata pubblica la prova della ultima nata in casa Yamaha caratterizzata da innovazioni sostanziali che decretano il raggiungimento di una nuova frontiera nella produzione di serie.

Poche le novità e le rivisitazioni, almeno nelle principali linee di progetto, sino ad oggi, la Yamaha si era solo limitata ad introdurre migliorie e correggere difetti agendo a 360° anno dopo anno ottenendo miglioramenti sia in termini di affidabilità che d'impostazione/assetto, ma perdendo quel gap tecnologico che alla fine degli anni '90 l'aveva spinta nel nuovo secolo prima della concorrenza.

L'annullamento di detto vantaggio l'ha vista così crogiolarsi anche in riferimento alle quote di mercato raggiunte, assistendo da spettatrice al recupero di terreno delle rivali austriache prima, e conterranee poi, le quali però, più dinamicamente e con maggiori investimenti in R&S l'hanno gradualmente insidiata e poi surclassata.

SCHEDA TECNICA

Motore

Tipo Monocilindro, 2 tempi
Raffreddamento A liquido
Cilindrata 124 cc
Alesaggio x corsa 54 x 54,5 mm
Rapporto di compressione 8,6-10,7:1
Potenza massima nd
Coppia massima nd
Lubrificazione Premiscelata
Carbutatore TMX38
Accensione CDI
Avviamento A pedale
Trasmissione Catena
Distribuzione con YPVS
Cambio 6 marce, sempre in presa
Capacità serbatoio carburante 8 litri
Quantità olio 0,7 litri

Ciclistica

Telaio Doppia culla in alluminio
Sospensione ant. Forcella telescopica
Sospensione post. Forcellone oscillante a leveraggio progressivo
Freno ant. Disco 250 mm
Freno post. Disco 245 mm
Pneumatico ant. 80/100-21 51M
Pneumatico post. 140/80-18 57M
Escursione ant. (mm) 300
Escursione post. (mm) 315

Dimensioni

Lunghezza (mm) 2.139
Larghezza (mm) 827
Altezza (mm) 1.318
Altezza sella (mm) 998
Interasse (mm) 1.443
Distanza minima dal suolo (mm) 388
Peso a secco (kg) 86

Il 2006 invece vede un deciso rilancio della casa dalla livrea blu con l'introduzione di novità sostanziali, principale tra tutte il telaio in alluminio, l'uso di questo materiale per la struttura portante non rappresenta certo una novità in senso assoluto nel settore -per carità- ma è il primo a vantare la classica culla doppia contro la tendenza delle rivali alla struttura perimetrale (unico precedente il grosso XR 650 che però non rientra nella categoria supersportiva prontogara).

 

La struttura di tipo tradizionale unita all'innovazione di materiale ovvia al problema della estrema rigidità dei perimetrali alu come quello CRF e RMZ che impongono uno stile di guida ed un allenamento del pilota da vero campione. L'assetto quindi ne trae un deciso vantaggio sulle rivali.

Pregiatissimi particolari tecnici come la molla del mono in titanio di serie

 

 

Nuova anche la pinza freno posteriore più piccola rispetto a quella della scorsa edizione anche perchè la minore massa richiede meno forza per essere arrestata

 

 

 

 

 

Invariato l'impianto frenante anteriore che resta efficiente e modulabile

Il cavalletto a stampella laterale è di tipo "posticcio" e lascia trasparire la natura del mezzo che resta una cross targata

Introdotta la leva freno snodata di serie

Il modello provato è la prima WR arrivata in italia e rispetto alla produzione di serie differisce per l'adozione di un serbatoio in fibra di carbonio e la sostituzione del manubrio originale con un Rental a piega più alta

La fiche di omologazione è applicata sotto il montante destro del telaio e porta la dicitura YZE

Ruota posteriore da 18" e impianto luci sono le maggiori differenze rispetto alla versione cross della quale conserva cambio e rapportatura finale

Ormai un must l'adozione del serbatoio del freno posteriore integrato con il corpo pompa, veramente comodo da consultare è l'oblò del livello olio posto sul lato posteriore

Bellissime le pedane in titanio, larghe e molto ben rifinite

Veniamo ora al comportamento in pista con il nostro consueto test parallelo tra guida sportiva con il nostro tester ufficiale Manuel Lucchese -pilota del mondiale enduro- e guida più turistica da pilota della domenica dove la prova verrà svolta dal sottoscritto webmaster

 

Il tempo meteorologico in cui si è svolta la prova era sereno variabile con molto vento, la pista era asciutta ma non scavata -test sul circuito internazionale di Malagrotta (RM) e nelle campagne circostanti- abbigliamento usato è stato UFO e MSR, stivali Gaerne SG10, caschi AXO e Laser.

Nel test "sportivo" la moto è risultata molto efficace, è piaciuta per la reattività e la leggerezza.

Le sospensioni reagiscono molto bene alle regolazioni e la loro risposta è sempre sincera e prevedibile.

Il motore mura un pò nella sua parte finale della curva di erogazione.

La leggerezza permette lunghe sessioni senza arrivare all'affaticamento delle braccia

La sostituzione del manubrio originale con un Renthal a piega alta ha migliorato la posizioni di guida in piedi sulle pedane, ma ha ridotto leggermente la maneggevolezza del mezzo che va in piega e ritorna su con un filo di inerzia in più rispetto all'impostazione originale di serie.

Nella guida in piedi, però, la moto trasmette moltissimo feeling e la posizione del corpo resta estremamente naturale non affaticando troppo le gambe.

Veniamo ora alle impressioni di guida del pilota meno attento al cronometro svolte dallo scrivente.

Il primo impatto col mezzo è abbastanza facile, la posizione sulla sella e la disposizione dei comandi sono ben studiate, ho trovato un pochino troppo avanzate le pedane ed accentuata la curva di raccordo tra sella e serbatoio con qualche piccola difficoltà per portare il peso sul tappo carburante in prossimità del punto di corda della curva.

Il peso ridottissimo stupisce chi come me viene da una tradizione quattrotempistica, ma se da un lato permette di giocare come si vuole, dall'altro crea difficoltà per scaricare tutta la potenza del motore a terra e si guida molto derapando con la moto abbastanza ballerina sebbene sempre controllabile

La sospensione anteriore lavora abbastanza bene sul veloce, ma nelle curve lente e piatte, specie con terreno smosso, accusa problemi di scorrevolezza causando perdite di aderenza che costringono a remare col manubrio per allargare la traiettoria e riprendere il pieno controllo.

Nel complesso però gli 86 chili rendono tutto più facile, specie nella classe ottavo di litro dove la potenza più bassa sposta la competitività sul campo della leggerezza e del controllo

(scarica il video della prova)

Effettivamente concordiamo col parere del nostro esperto riguardo all'erogazione del propulsore:

sebbene gestibile e modulabile ai bassi, nonostante la piccola cilindrata, il piccolo due tempi di casa Yamaha mura subito appena raggiunta la coppia massima senza permettere di allungare, il risultato è quello di dover continuamente ricorrere all'uso della leva cambio usando il piede sinistro con la frenesia di un batterista rock.

questo, però, ce lo si doveva aspettare dall'adozione del cambio e della rapportatura finale identiche a quelle del modello cross, un cambio leggermente più spaziato ed una buona rimappatura della centralina potrebbero senz'altro giovare a questo splendido mezzo che si è rivelato facile come un giocattolo e assolutamente non affaticante.

Un ringraziamento a Papillon, nostra moderatrice forum, che ha realizzato alcune foto e film

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