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(le bergamasche de noantri)

Su cortese invito del Presidente del MC Papillon abbiamo recensito per voi la prima Motocavalcata dei Monti Lepini. Evento che ha visto come ambientazione le belle campagne a sud della capitale in quel di Carpineto Romano.

(Posaja e Corsi alla partenza)

(Paddock colorito con addirittura una KTM 950)

Il MC Papillon ce lo ricordiamo con piacere dal 1999, quando presi parte ad una impegnativa gara di campionato italiano organizzata sempre in questi splendidi scenari. Questa realtà associativa ha avuto alterne fortune organizzando alla fine degli anni novanta alcune delle più belle prove di campionato nazionale dove c'erano nomi del calibro di Sala, Passeri, Farioli, Merriman (e anche Posaja ).

Da allora però oltre cinque anni di assenza dal mondo degli eventi motoristici per rientrare oggi con questa cavalcata non competitiva.

(Foto sopra: pochi attimi al via - Sindaco ed autorità a presenziare la manifestazione)

Appena lasciato il parco chiuso ed iniziato il percorso ci troviamo immediatamente catapultati in uno dei più bei paradisi enduristici italiani. La zona dei monti Lepini, infatti, si può considerare senza alcuna riverenza "le valli Orobiche del Lazio", caratterizzata da un appennino inusualmente scosceso e dal terreno misto pietra ed argilla, è quanto di più tecnico si possa offrire ai piloti presentatisi all'iscrizione.

Le difficoltà sono subito tante e per tutti, la pioggia dei giorni precedenti, infatti, condizionerà pesantemente l'evento in termini di difficoltà dei passaggi (la sfiga c'ha messo lo zampino per "rovinare" questa bella cavalcata alla sua prima edizione)

Il giro (che consta in un anello di 50 chilometri da ripetere due volte) parte subito tostissimo con una mulattiera a salire lunghissima, fatta di sassi, palta viscida e gradoni di roccia in sequenza.

Manca l'assistenza in questo primo tratto e i piloti saranno costretti ad aiutarsi l'un l'altro per superare le difficoltà via via crescenti.

Al contrario di quel che ci si aspetterebbe le difficoltà continue non hanno creato i grandi tappi che normalmente si formano durante queste manifestazioni. Si viaggiava costantemente con rallentamenti da 4 o 5 piloti avanti a se e 2 o 3 dietro, gli altri erano lontani impegnati a superare i gradoni precedenti e sopraggiungevano molto scaglionati.

Quì a sinistra possiamo osservare la seconda bicilindrica della giornata (una bellissima Aprilia) che è volata giù dal sentiero per via del fondo seza grip. Fortunatamente i rovi hanno di molto ammorbidito l'impatto e del mezzo e del pilota, che punto, ma illeso ne è uscito tutto sommato bene.

Noi invece la battaglia l'abbiamo combattuta tutta per raccontarvela ovviamente!

Ad un certo punto le scene erano simili a quelle dello sbarco in Normandia del film "Salvate il soldato Ryan".

Moto che scivolavano a destra, piloti che cappottavano a sinistra, sguardi spersi e spauriti di amatori del fuoristrada già sfiniti dallo sforzo.

Prima del collasso completo l'organizzazione intelligentemente ha fermato l'accesso alla "mulattiera della morte" dirottando i partecipanti verso un taglio di percorso.

Finalmente, dopo un paio d'ore di mula infernale, ci troviamo difronte l'assistenza di percorso, ma perchè tutti quì?? Le difficoltà del passaggio che ci si presenta davanti daranno risposta a questa sciocca domanda...

Ci troviamo in una gola di raccordo tra due montagne dove il sentiero si fa esile ed il passaggio tra un gradone di roccia e l'altro si contorna di curve strettissime con di lato il baratro.

In tutto ciò l'aderenza resta prossima allo zero e si pennella la manopola del gas per non far scodare il proprio mezzo

Scarica il filmino

Questo tragitto sarà la rivincita dei supermono datati, le moto che, come la mia, fanno della trazione il loro punto di forza. E' così che ci ritroveremo io e questi due simpatici piloti quì sotto (XR600 e XR650) a condividere questa risalita senza troppe difficoltà la dove i due tempi e le specialistiche soffrono da bestie.

Nella foto a sinistra vediamo un momento drammatico quando il K indicato dalla freccia si ribalta nel vuoto, fortunatamente senza conseguenze.

La circostanza che più renderà difficoltosa l'impresa sarà l'impossibilità di procedere senza soste per più di qualche metro. Il terreno così scivoloso renderà quasi impossibile il superamento dei gradoni di slancio, per cui si è spesso costretti a scendere dalla sella per spingere, sollevare o farsi aiutare.

(Vecchi amici compagni di disavventura)

Continuando la risalita la musica non cambia e le cadute di piloti stremati non si riescono più a contare

Come in un videogame alla fine del livello c'è il mostro di fine quadro.

A noi si preannuncia con questo sottobosco apparentemente facile, ma in realtà costellato di radici affioranti su cui le ruote posteriori pattinano che è una meraviglia.

Alla fine ci sarà un vero e proprio ostacolo di pietra quasi insormontabile con gradini e lame di roccia su di cui i telai faranno i ritmici rumori tipici delle cave di inizio secolo. Fortunatamente l'organizzazione darà supporto con l'ausilio imprescindibile delle corde per issare i piloti ad uno ad uno.

Quando pensiamo di aver lasciato alle spalle le difficoltà, dopo una breve strada bianca, ci ritroviamo di nuovo in mulattiera.

Questa volta però è a scendere ed il fondo è profondamente diverso. Meno rocce e più fango, ma stessa assenza di aderenza.

Ulteriore impaccio lo provocheranno zone ricoperte completamente di fogliame macerato.

Ancora voli acrobatici per tutti i partecipanti.

La palta appiccicosa si insinua tra i tacchetti rendendo le ruote come slick. A me addirittura si formerà un tappo di fango tra ruota e forcellone che bloccherà la gomma posteriore obbligandomi a liberare la zona con un legno per più di una volta.

I gradoni in roccia quì cederanno il posto alle scoscese di fango (quì sopra in foto the doctor)

E' in questo passaggio che incontriamo anche il pilota in sella al Kappa 950. Il fango ha bloccato la sua ruota anteriore accumulandosi all'interno del basso parafango (se ve lo ricordate questo problema fu riscontrato anche su Motociclismo Fuoristrada nella prova della nuova Adventure 640)

 

Ritroviamo anche Psheico (foto a sinistra), amico della Cellula Romana e lanciatissimo nella sua avventura alla scoperta del tassello. Ha iniziato da poco a praticare, ma non si perde più una cavalcata.

Finalmente anche questa difficile discesa finisce e si guadagnano delle divertenti e riposanti sterrate fatte di ciottoloni.

A questo punto, però, le mie energie sono davvero agli sgoccioli e sarò costretto a tagliare un tratto di strade bianche e il ristoro per rientrare in off da un sentiero successivo che mi riporterà su fino a Carpineto dove mi aspetta il pranzo e Federico che, benchè sia venuto con me per farsi il giro e scattar foto, è rimasto in panne con il regolatore di tensione del suo CRF easy ed ha proseguito tagliando la prima parte del percorso.

Il pranzo in pizzeria si articola in un primo, un secondo con contorno, vino, acqua e caffè. Quì troviamo anche un ragazzo dell'assistenza (indicato in foto da una freccia) che ci aveva divertito raccomandandoci, nel punto più difficile della mulattiera assassina "quì cerca di non fermarti e farla tutta di un fiato"... "si certo, magari a farcela" è stata la nostra risposta!

Molta soddisfazione al brindisi finale, insieme ad nuovo e simpaticissimo amico che è venuto fin quì da Aprilia. Per tutti l'augurio di rivederci presto in questa splendida zona d'Italia, un pò troppo trascurata dall'enduro nazionale nonostante il fatto che sia senz'altro tra le più adatte all'esercizio della disciplina.

Plauso infine al MC organizzatore che, sebbene alla prima esperienza in tema di motocavalcate e con la sfortuna delle precipitazioni dei giorni precedenti, ha dato valido supporto affinchè l'evento non naufragasse.

Siete tutti attesi all'appuntamento della prossima edizione!!!
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