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SANTORESTE 2005

 

 

Il giro del Santoreste è e resta un classicissimo degli Enduristi Anonimi e ogni stagione offre una tipologia diversa di fuoristrada, la sua vicinanza con il tevere per tratti molto lunghi (un vero e proprio fiuming), nella stagione umida rende il percorso un gran pantano estenuante. Nella stagione asciutta, al contrario, il fango compattato in canaloni duri come il cemento richiede una attenzione particolare a dove si mette la ruota anteriore.

 

 

 

E' proprio in una calda domenica di metà giugno che un Gruppo formato da quattro E.A. e due Sporchi Enduristi si è recato sul tracciato riarso di questo sugestivo giro alle porte di Roma.

 

L'appuntamento, come quasi sempre, è sulla Salaria davanti al concessionario Samocar, da lì si va a fare benzina a Monterotondo scalo, dove si approfitta per fare anche l'irrinunciabile seconda colazione della mattinata...

 

 

 

 

 

 

Fatto il pieno a cavalli e cavalieri si parte per un percorso pianeggiante e per nulla impegnativo in questa stagione con l'eccezione di qualche canalone scavato dall'acqua piovana nei tratti in discesa o salita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E' proprio nell'affrontare il primo di questi canaloni che Max si gira a chiedere un po d'aiuto per il superamento dell'ostacolo, un po di timore è assolutamente da perdonare per questi temerari che conducono i loro bestioni in tratti a volte impegnativi anche x noi. Oltretutto in questa fase ci dovevamo ancora riscaldare e il nostro, successivamente, ha avuto modo di riscattarsi.

 

 

 

 

 

 

Mentre nelle ore mattutine gli sterratoni ci hanno un po risparmiato dai polveroni (come si vede nella foto qui sopra) altrettanto non è successo nel pomeriggio quando i nuvoloni spostati dal vento dopo il passaggio dei centauri ricordavano le riprese della Dakar.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Proprio quando il caldo si incomincia a far sentire un bellissimo e profondo guado ci rinfresca dandoci il brivido di sentirci piloti veri (nessuna incertezza da parte di nessuno...).

 

 

 

 

 

 

Dopo un'immersione del genere non sono mancate le fumate bianche che salivano tra i rami del bosco come nebbia d'inverno...

 

 

 

 

 

 

I passaggi nel sottobosco, rinfrescanti ed appaganti per l'occhio, si alternano a sterrate di difficoltà bassa raccordate da ponti e gallerie.

I lunghi rettilinei, in particolare, hanno dato la possibilità a tutti di cimentarsi in allungate di quinta marcia raggiungendo velocità da vero brivido...

In questi tratti veloci sia Max che Moroboshi non hanno subito grosse limitazioni dalle masse dei loro mezzi, anzi hanno potuto contare sullo sbilancio a loro favore della cavalleria che su tratti piani come questi non è mai abbastanza!!

 

 

 

Da buoni mototuristi del fuoristrada non ci siamo fatti mancare le soste nei punti maggiormente panoramici, che ci hanno permesso di ammirare i bei passaggi e rifocillarci di acqua e fiato.

 

 

 

 

 

 

Eccoci in posa ebete e soddisfatta, da sinistra verso destra: Gabriele, Marcolinho, Posaja, Max, Diego, Mauro ed in basso Moroboshi, Paolo dr assente perchè autore della foto.

 

 

 

 

A mano a mano che il giorno avanza, la polvere si asciuga sempre + e si alza sempre + in alto...

 

Proprio quando il sole picchia + forte il conforto del sottobosco ci viene in aiuto permettendoci di recuperare respiro con tratti meno polverosi e la frescura dell'ombra.

 

 

 

 

 

 

 

 

E' a questo punto che iniziano i tratti + impegnativi per gli Sporchi Enduristi

SCARICATE QUI IL FILMATO DELL'USCITA

 

 

 

Debutto + che positivo per il mio GPS completo del bel supporto realizzato da Paolo

Grande Gabriele che ha guidato il gruppo per quasi tutto il tempo.

chi ha detto che il cappone è un pollo??

 

 

 

 

 

Ecco infatti il mostro di fine quadro, ovvero una serie di massi che, avendo franato durante l'inverno, hanno occluso completamente il sentiero di sottobosco che dalla base della montagna, fa risalire sino al paesino di Santoreste.

Con molta pazienza ci accingiamo a mettere pietre e terra sul lato destro del passaggio in modo da creare una piccola rampa per superare l'intoppo. Il Moroboshi, avendo trovato un mollone di ferro si aiuterà con quello per smussare un po del masso, che ottimisticamente Marcolinho aveva provato a spostare a mano.

 

 

 

 

 

...credevo avesse smontato la molla del mono della sua AT

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il cavalletto nel sottobosco è un lusso che non ci si può permettere, ma gli enduristi non sono fighetti con la moto brillante e la giacca di pelle seduti al bar, le moto SE BUTTANO PE TERRA!!!

 

Il grandissimo Moroboshi nel superamento dello scoglio...

 

 

Gabriele è stato il temerario ad aprire per primo la via...

 

 

 

 

 

 

 

 

Tira e spingi, alza e sbuffa, una dopo l'altra facciamo passare tutte e sei le motociclette e siamo pronti ad affrontare la mulattiera che ci porterà al paese...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I passaggi in questo tratto di bosco sono davvero eccezionali, la salita procede tra due muraglioni di roccia viva e serpenteggia in un sentiero tra massi con curve in sequenza e tutte con appoggio, questo permette alla comitiva di salire spediti e senza intoppi sino a sbucare proprio nel paese.

 

Finalmente, da buoni E.A. parcheggiamo le gambe sotto al tavolo e ci spertichiamo in antipasti ed assaggi di primi e dolci, il tutto annaffiato da vino, grappe e le mitiche ciambelline!!

 

 

Dopo pranzo riiniziamo subito con un mulattierone in discesa con curve strette e a gomito caratterizzate da forti contropendenze, qui Max va proprio in crisi da inizio fase digestiva...

 

 

la digestione è una brutta bestia...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per fortuna sua e degli altri esausti, la fase + tecnica si è ormai esaurita e ci si riapre difronte il siparietto degli sterratoni da marce alte e manetta aperta...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Purtroppo nel pomeriggio il problema della polvere si farà serio ed anche le carburazioni dei nostri motori inizieranno a risentire dei filtri aria ormai intasati.

 

 

 

 

 

 

Non nego che su quegli sterratoni il sottoscritto s'è lasciato un po prendere la manetta piegando in due il manubrio tra le mani...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

...d'altra parte il fondo lo permetteva...

 

 

 

 

 

 

 

Ormai rientrati alle porte di Roma non ci resta che salutare chi deve scappare a casa da mogli e fidanzate e, per chi resta birretta e lavaggio a gettoni, dove la moto riprenderà il suo splendore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

...e come quando al 90° Fantozzi vede S.Pietro sulla traversa, gli E.A. a fine giro beccano un vecchio col PROSCIUTTO!!! Neanche fosse una bella figa!

 

 

 

 

 

 

Ecco la mia belva appena uscita dall'autolavaggio alla traversa del grillo, splendente e pronta per la prossima uscita

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