SPORCHI E.A. AL TURANO
Un mecoledì festivo è l'occasione
ghiotta per portare gli amici sporchienduristi a spaccare le carene
sulle mulattiere del percorso che porta da Roma al Turano.
Il Moroboshi, webmaster e gran mogol
degli sporchi, s'è presentato già col telaietto porta fari+cupolino
spaccati (meglio, c'è rimasto meno da rompere almeno) e rappezzato
con il bicomposito.
L'afa è davvero tanta in questa
giornata estiva e la luminosità del riverbero solare sulle
stradine bianche acceca!!
Della partita, oltre me e il Moroboshi,
erano Simone o'pazz, Magic Maxx e Massimo (uno sporco in sella
ad una XT e senza una protezione contro le cadute!!)
Dopo un primo semplice tratto di stradoni
bianchi ci insinuiamo nel tratto appenninico che divide il Lazio
dall'Abruzzo
E' qui che Simone (alias sacco a pelo)
trova un teschio di bue ed inizia a fare il suo show...
Arrivati a Vicovaro si va subito all'attacco
dell'ormai famosa mulattiera...
Poco prima il Moroboshi, provando il
mio Kawa mi informa che il freno posteriore non funge (non me
n'ero reso conto!!), dopo un veloce controllo l'incredibile sorpresa
- mesi prima il cavo in treccia d'acciaio si era spostato ed attaccato
al collettore della marmitta sciogliendo la guaina in gomma, li
per li lo scostai e non feci caso ad altro, in realtà la treccia,
facendo da conduttore di calore aveva squagliato completamente
il serbatoio olio, ma il problema non s'era posto sino a che l'olio
era rimasto nel tubicino, ma nel frattempo avevo perso l'olio
e preso terra e schifezze...
INCREDIBILEE!!!
Ma torniamo ai fatti della mulattiera
di Vicovaro, con le bicilindriche è stata una vera impresa...
La salita è sempre peggio, scogli grossi come palloni da
football si parano davanti ai cerchi da "21 in una pendenza
quasi verticale, solo Simone e Max sono riusciti a salire senza
cadere, dando lezione a tutti e il pazzo ha iniziato a pavoneggiarsi
come un viola!!
Per gli altri l'impatto con le rocce
è stato inevitabile, prima io, poi il Moro, infine Massimo
Quest'ultimo si è spalmato 2 o
3 volte, ma senza perdersi d'animo!
Tira e spingi riusciamo a far passare
i pachidermici mezzi degli sporchi, uno ad uno...
Però
èstata una fatica che ci ha davvero messo alla frusta
Qui potete ammirare l'espressione dei
due anonimi che sconsolati pensano "ma chi ce l'ha fatto
fa!!!??!!"
Finalmente, però, le strade sterrate,
facili e veloci, ci ridanno la gioia di vivere, abbassano le nostre
temperature corporee e ci riposano dallo sforzo subito rialzando
le AT rovinate a terra
Qui i passaggi si snodano in un dedalo
di strade interpoderali attraverso campi coltivati e rovine romane
Non
facciamo neanche in tempo a riprendere fiato che arriviamo alla
mulattiera del pollaio, canaloni scavati dall'acqua che si arrampicano
dalla valle sino al picco del monte dove si arrocca il paesino
di Rio Freddo. Un alternarsi di curve a 180° in completo appoggio!!
Una figata!!!
Prima di affrontarla si fa un breve briefing
indicando la strada alternativa, ma nessuno vuole rinunciare alla
sfida e ci si infila tutti su per il bosco
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Questa mulattiera è proprio bella
da vedere e da guidare...
...anche qui gli africani qualche ruzzolone
lo hanno fatto, in particolare Moroboshi è caduto su un
tornante stretto e in forte pendenza lasciando la moto sopra e
ritornando a rotoloni nel tratto di strada sottostante, il tutto
ridendo a crepapelle (contento lui)
Arriviamo così proprio in mezzo
al paese di Rio Freddo e riscendendo dall'altro lato troviamo
questo simpatico paesano (sosia di max giusti) con una rx 50 completa
di parabrezza
Arrivati a Carsoli al solito ristorantino
Simone mostra la sua classe e finezza manifestando con questa
sua bella espressione corporale il livello del suo appetito
Qui mangiamo, beviamo
Max, dopo averci imitato un uovo di pasqua
con tanto di bicchierino alla base per tenerlo in equilibrio,
va a cambiarsi il catetere che lui chiama curiosamente camel-back
Dopo pranzo risalire in moto sembra sempre
+ difficile, ma in questo caso sono ampliamente giustificato
non ci facciamo mancare i consueti guadi
pomeridiani del Turano...
ecco Massimo in azione affrontare emozionato
il suo primo vero guado
dopo alcuni chilometri di sterrate veloci,
ma molto guidate, arriviamo finalmente al lago
dopo una breve sosta dissetante sia per
cavalli che per i cavalieri al solito bar a Castel di Tora (quello
con annesso distributore), Max e Massi ci lasciano per esaurimento
forze, noi tre superstiti ci avventuriamo in un altro passaggio
tecnico che da lago ci porterà verso rieti attraverso una
prima serie di mulattiere ed un successivo percorso di saliscendi
che valicherà nuovamente l'appennino
Neanche queste ultime mulattiere perdoneranno
Moroboshi che si aggiudicherà con tre cadute anche questo
ultimo gran premio della montagna
Simone che ride per non piangere...
...Moroboshi non si leva il casco perchè
sta piangendo (il telaio portafaro è definitivamente fottuto)
Sullo sfondo della pietraia si intravede
lo spettacolo multicolore del lago del Turano...
sbucati sulla Salaria poco prima del
tramonto decidevamo di rientrare a Roma via asfalto (io non avevo
neanche i fari), ma non prima della consueta "birretta"
di fine giro a Monterotondo scalo, che giornata...
Ecco la foto del giorno... (si sotto la
moto c'è merda di vacca!)