2222

SPORCHI E.A. AL TURANO

 

 

Un mecoledì festivo è l'occasione ghiotta per portare gli amici sporchienduristi a spaccare le carene sulle mulattiere del percorso che porta da Roma al Turano.

Il Moroboshi, webmaster e gran mogol degli sporchi, s'è presentato già col telaietto porta fari+cupolino spaccati (meglio, c'è rimasto meno da rompere almeno) e rappezzato con il bicomposito.

 

L'afa è davvero tanta in questa giornata estiva e la luminosità del riverbero solare sulle stradine bianche acceca!!

 

Della partita, oltre me e il Moroboshi, erano Simone o'pazz, Magic Maxx e Massimo (uno sporco in sella ad una XT e senza una protezione contro le cadute!!)

 

Dopo un primo semplice tratto di stradoni bianchi ci insinuiamo nel tratto appenninico che divide il Lazio dall'Abruzzo

 

E' qui che Simone (alias sacco a pelo) trova un teschio di bue ed inizia a fare il suo show...

Arrivati a Vicovaro si va subito all'attacco dell'ormai famosa mulattiera...

Poco prima il Moroboshi, provando il mio Kawa mi informa che il freno posteriore non funge (non me n'ero reso conto!!), dopo un veloce controllo l'incredibile sorpresa - mesi prima il cavo in treccia d'acciaio si era spostato ed attaccato al collettore della marmitta sciogliendo la guaina in gomma, li per li lo scostai e non feci caso ad altro, in realtà la treccia, facendo da conduttore di calore aveva squagliato completamente il serbatoio olio, ma il problema non s'era posto sino a che l'olio era rimasto nel tubicino, ma nel frattempo avevo perso l'olio e preso terra e schifezze...

 

 

INCREDIBILEE!!!

Ma torniamo ai fatti della mulattiera di Vicovaro, con le bicilindriche è stata una vera impresa... La salita è sempre peggio, scogli grossi come palloni da football si parano davanti ai cerchi da "21 in una pendenza quasi verticale, solo Simone e Max sono riusciti a salire senza cadere, dando lezione a tutti e il pazzo ha iniziato a pavoneggiarsi come un viola!!

 

Per gli altri l'impatto con le rocce è stato inevitabile, prima io, poi il Moro, infine Massimo

Quest'ultimo si è spalmato 2 o 3 volte, ma senza perdersi d'animo!

Tira e spingi riusciamo a far passare i pachidermici mezzi degli sporchi, uno ad uno...

Però èstata una fatica che ci ha davvero messo alla frusta

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Qui potete ammirare l'espressione dei due anonimi che sconsolati pensano "ma chi ce l'ha fatto fa!!!??!!"

Finalmente, però, le strade sterrate, facili e veloci, ci ridanno la gioia di vivere, abbassano le nostre temperature corporee e ci riposano dallo sforzo subito rialzando le AT rovinate a terra

 

Qui i passaggi si snodano in un dedalo di strade interpoderali attraverso campi coltivati e rovine romane

 

 

Non facciamo neanche in tempo a riprendere fiato che arriviamo alla mulattiera del pollaio, canaloni scavati dall'acqua che si arrampicano dalla valle sino al picco del monte dove si arrocca il paesino di Rio Freddo. Un alternarsi di curve a 180° in completo appoggio!! Una figata!!!

 

 

 

 

 

 

Prima di affrontarla si fa un breve briefing indicando la strada alternativa, ma nessuno vuole rinunciare alla sfida e ci si infila tutti su per il bosco

 

 

 

CLICCATE QUI E SCARICATE IL FILM

 

 

Questa mulattiera è proprio bella da vedere e da guidare...

...anche qui gli africani qualche ruzzolone lo hanno fatto, in particolare Moroboshi è caduto su un tornante stretto e in forte pendenza lasciando la moto sopra e ritornando a rotoloni nel tratto di strada sottostante, il tutto ridendo a crepapelle (contento lui)

 

 

 

 

 

 

 

 

Arriviamo così proprio in mezzo al paese di Rio Freddo e riscendendo dall'altro lato troviamo questo simpatico paesano (sosia di max giusti) con una rx 50 completa di parabrezza

 

 

 

 

Arrivati a Carsoli al solito ristorantino Simone mostra la sua classe e finezza manifestando con questa sua bella espressione corporale il livello del suo appetito

 

 

 

Qui mangiamo, beviamo

 

 

 

Max, dopo averci imitato un uovo di pasqua con tanto di bicchierino alla base per tenerlo in equilibrio, va a cambiarsi il catetere che lui chiama curiosamente camel-back

 

 

Dopo pranzo risalire in moto sembra sempre + difficile, ma in questo caso sono ampliamente giustificato

non ci facciamo mancare i consueti guadi pomeridiani del Turano...

 

 

ecco Massimo in azione affrontare emozionato il suo primo vero guado

 

 

 

 

 

 

 

dopo alcuni chilometri di sterrate veloci, ma molto guidate, arriviamo finalmente al lago

dopo una breve sosta dissetante sia per cavalli che per i cavalieri al solito bar a Castel di Tora (quello con annesso distributore), Max e Massi ci lasciano per esaurimento forze, noi tre superstiti ci avventuriamo in un altro passaggio tecnico che da lago ci porterà verso rieti attraverso una prima serie di mulattiere ed un successivo percorso di saliscendi che valicherà nuovamente l'appennino

 

 

 

 

Neanche queste ultime mulattiere perdoneranno Moroboshi che si aggiudicherà con tre cadute anche questo ultimo gran premio della montagna

Simone che ride per non piangere...

...Moroboshi non si leva il casco perchè sta piangendo (il telaio portafaro è definitivamente fottuto)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sullo sfondo della pietraia si intravede lo spettacolo multicolore del lago del Turano...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

sbucati sulla Salaria poco prima del tramonto decidevamo di rientrare a Roma via asfalto (io non avevo neanche i fari), ma non prima della consueta "birretta" di fine giro a Monterotondo scalo, che giornata...

Ecco la foto del giorno... (si sotto la moto c'è merda di vacca!)

top