Passerà il resto della
gita a dire che non è mai successo e che lui è e resta
il migliore!!! Ce lo ha detto talmente tante volte che ci siamo tutti
convinti, questo probabilmente è un fotomontaggio...
Un bravo a Valerio che, avendoci
avvertito di essere alle prime armi, dopo un iniziale incertezza che
lo ha costretto a tornare indietro (qui lo vediamo aiutato da Simone
e Franchino) ha affrontato e superato l'ostacolo senza ulteriori incertezze.
Anche il nostro Franchino incontrerà
non poche difficoltà su questo tratto, ma alla fine ne uscirà
alla grande...
Dopo questo primo "strappetto
tecnico" che finalmente ci dà la giusta soddisfazione, si
inizia una serie di salite ricche di cespugli e curve che ci ricollegherà
a stradoni di breccia dalle alte velocità
Al termine della salita, infatti,
terminano i sentieri appena battuti, come questo a sinistra, ed iniziano
delle strade brecciate che ci porteranno velocemente e di traverso ad
ogni curva, sino al bar di Arsoli dove una procace e bella barista ci
servirà drinks e scariche ormonali
Qui sotto potete ammirare le
grazie della ragazza in netta contrapposizione con le nostre facce da
assatanati riflesse sullo specchio posto dall'altro lato del bancone...
Sono proprio dei simpatici mattacchioni
sti Endusristi Anonimi...
Di fronte al bar incontriamo
il prototipo dell'E.A. un simpatico ragazzo in infradito a cavallo di
un Koala in colorazione mimetica.
Una volta rifocillatici, ci
si avventura nuovamente verso Carsoli passando per una serie di sterrate
che ci porteranno alla famigerata mulattiera del pollaio, dove tutti
gli anni il contadino ci insegue col forcone... ahahahah!
PS: quest'anno il contadino
non s'è fatto vedere il che c'ha impedito di rinnovare il teatrino
per Sandro, Valerio e Simone che per la prima volta affrontavano la
mulattiera in questione
Eccoci in carovana sui sentieri
erbosi verso la mulattiera del pollaio che porta dal fondo della valle
al centro del paese di Rio Freddo
Ecco Sandrino salire la salita
del pollaio che, seppur estremamente semplificata dal fondo asciutto,
resta sempre molto bella da guidare. Inizia da un tratto di sottobosco
e prosegue in una serpentina di canaloni scavati dall'acqua piovana,
che si susseguono in curvoni in appoggio a destra e a sinistra
Questa è la porta del
famoso pollaio
Giunti alla sommità del
paesino, ci fermiamo per bere ad una fontanella, ammiriamo Simone in
un accoppiamento innaturale con Gabriele che sta per pronarsi per bere...
Dopo questa rinfrescante bevuta
ci siamo fermati al primo rifornimento di benzina a Carsoli e ci siamo
apparecchiati per il nostro rifornimento presso un buon ristorante locale.
Sempre Simone intento a raffreddare
il motore rovente del Kappone di Gabriele
Eccoci seduti al tavolo all'attacco
dell'antipasto...
A seguire agli antipasti ed
un buon piatto di primo, come potevamo rinunciare ad un secondo di carne
in un posto che possiede un banco da macelleria come questo nella sala???
Ovviamente dolce, caffè ed ammazza caffè faranno da antitodo
all'abboffata.
i
Il vino, gli amari, le numerosi
libagioni e la stanchezza, ci obbligano a qualche decina di minuti di
riposo, minuti nei quali ci siamo distinti per maturità e misura...
Sandro mostra la giusta alimentazione
di un atleta, presto una pagina nella sezione tecnica del sito
Dopo poco, comunque, la voglia
di fuoristrada supera il richiamo della pennichella
Appena fuori Carsoli si inizia
un tratto molto bello lungo il letto del fiume Torano che ci permette
in un tratto di giocare a far guadi rinfrescandoci e svegliandoci dal
torpore digestivo
Dopo questo guado irruento Franchino
non riuscirà più ad asciugarsi completamente...
Ancora sterrate e veloci tratti
guidati in salita fino a raggiungere il paesino di Tufo.
Poco prima di entrare in paese
l'amara scoperta, Franchino fora il posteriore, ma non ci si perde d'animo
in 10 minuti si ripara la ruota, sostituendo la camera d'aria e si riparte.
Guardate come si era maciullata
la camera a causa di una pressione troppo bassa e dell'assenza del fermacopertoni
Si riparte, ma dopo poco, giunti
al paesino di Pietrasecca ci accorgiamo che il giro di Tivoli viene
interrotto dalla costruzione di barriere guard rail messe dalla società
autostrade che non ci permettono il passaggio.
Dopo un primo e fallimentare
tentativo di trovare una strada alternativa che ci ha portato in un
tratto di sottobosco ricco di escrementi di vacca, non resta che rientrare
percorrendo a ritroso il percorso fatto per arrivare fino a qui.
E' tutto il giorno che l'amico
Valerio ci chiede delle "mule" ed io gli spiego che "mule"
è termine che usano in nord Italia mentre da noi si usa il più
corretto termine "mulattiera", fatto sta che tornati a Rio
Freddo, al pollaio, ci si para davanti una mula!!
Spenti i motori si passa uno
alla volta per non innervosire inutilmente la povera bestia, a destra
ammiriamo Valerio tenere calma la sua "mula del pollaio"
Ancora
qualche colorito passaggio nei caratteristici vicoli dei paesini abruzzesi
per poi rituffarsi nella mulattiera di Vicovaro, questa volta da affrontare
in discesa.
Il rientro a Roma, come di consueto,
avviene per l'ora di cena.
Unico rammarico non essere riusciti
a raggiungere il lago del Turano.
Magari la prossima volta con
l'aiuto di Marino ce la faremo, trovando anche maggiori varianti di
fuoristrada. Alla prossima...