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Aspettando la DL...

 

Tante volte ho scritto su queste pagine (come in tanti altri contesti divulgativi) della mia passione per il fuoristrada. Ne ho parlato anche in televisione e chi segue le evoluzioni di questo sito e del gruppo EA più in generale, ne sa!

Sa che la passione per il tassello mi perseguita sin da piccolo e per chi, come me, è nato all'inizio degli anni '70 quella passione ha anche un nome e questo nome è "Africa"!!

L'Africa delle prime Paris-Dakar organizzate dall'indimenticato Thierry Sabine. Vere avventure, sfide con la natura e con se stessi affrontando le insidie della sabbia del deserto a bordo di mezzi semplici, inadeguati e senza aiuti.

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E così iniziai ad endurare nelle nostre bellissime campagne "accontentandomi" di emulare quegli arditi che hanno alimentato i miei sogni di bimbo.

Gli impegni professionali mi hanno sempre impedito di realizzare il mio sogno africano, ma nel 2007 ho deciso di rompere il ghiaccio e di farlo come ho sempre sognato, in una vera gara!!

Foto in basso:note da RB

 

Ma la Desert Logic è un evento molto particolare, dove l'agonismo puro cede il passo difronte alla sicurezza assoluta e allo spirito di gruppo, la classifica passa in secondo piano rispetto alla condivisione e non occorre essere pilotoni per partecipare e divertirsi.

Quale miglior contesto della Desert Logic? E' una formula nuova che ha ancora poche edizioni alle spalle. Una geniale intuizione del grande Fabio Fasola, un vero mito italiano delle due ruote, uno che di gare e di Africa ha scritto le più belle pagine del motociclismo internazionale.

Foto sopra Posaja e Fasola al rally di Sardegna 2006

I concorrenti, infatti, vengono divisi in squadre formate da tre piloti e il tempo di ogni squadra viene preso sul tempo dell'ultimo membro all'arrivo.

Prove di cooperazione e collaborazione condiscono le galoppate tra le dune in sella alle moto e la squadra che prima delle altre riesce ad affiatarsi è quella che avrà maggiori possibilità.

Ma l'atmosfera resta quella di un evento competitivo. Alla sera, nel campo base, si fanno i briefing per la tappa del giorno seguente, si consegnano i roadbook che, evidenziatore alla mano, si provvede a preparare per la navigazione della tappa successiva.

Proprio così! Non si è portati a spasso come con i viaggi organizzati che sempre più spesso vengono proposti a noi europei, ma si naviga Roadbook e GPS al manubrio!

Per un sogno da realizzare c'è sempre un lavoro di preparazione importante dietro, volto a far si che tutto fili liscio. Già da un pò ne parlavo in rete sui vari forum e, anche su invito di alcuni miei interlocutori, ho deciso di condividere con Voi queste fasi propedeutiche realizzando questa guida, nella speranza che possa esser d'aiuto a molti altri.

Come primo passo occorre prepararsi al gravoso carico di lavoro fisico che richiedono 6 giorni di guida nel deserto.

Due mesi di palestra sono l'ideale per recuperare la forma fisica necessaria, occorre innanzi tutto rinforzare la resistenza delle gambe con bici e corsa. Poi potenziare braccia e addominali/dorsali per aiutare la schiena a resistere alle sollecitazioni.

Proprio per schiena e collo è importante fare sempre esercizi di decompressione delle vertebre e scioglimento dei muscoli, come quelli mostrati in questi due diagrammi esplicativi.

Anche se per la Desert Logic non sarebbero necessari accessori extra, vista la previsione di qualsiasi esigenza da parte dell'organizzazione, non mi sono voluto rovinare l'atmosfera di vigilia dell'avventura e sto reperendo tutto quel che possa essere utile nel deserto.

Foto sopra: pila per riparazioni notturne a mani libere.

Il dispositivo d'assistenza è a prova di bomba, ma nei minuti che precedono l'arrivo dei soccorsi è importante disporre di un kit di medicazione rapida con fasce, garze e disinfettanti (foto in alto).

Le dune possono nasconderti alla vista dei tuoi soccorritori anche quando sono molto vicini e la voce può essere attenuata dall'isolamento acustico della sabbia, per questo mi sono procurato un fischietto che possa agevolare la segnalazione della mia posizione.

Fondamentale disporre di un telo riflettente, non occupa spazio e non pesa nulla, ma può proteggere dal calore e rallentare la disidratazione riflettendo i raggi solari nelle soste forzate in attesa dello staff di soccorso.

Sempre per combattere la disidratazione è utile portare con se uno zaino tecnico con vescica d'acqua del tipo Camelback (foto a destra)

Dovendo viaggiare in squadra (ed è un utile consiglio anche per chi va nel deserto con gli amici) mi sono procurato delle radio trasmittenti che si possono usare con delle speciali cuffie in dotazione a mani libere e con il casco indossato. Così ci si può più facilmente aiutare e consigliare, la portata supera i 5 Km.

Occorre sicuramente avere con se delle barrette energetiche per fronteggiare i cali di zuccheri ed il pericolo di collassi fisici (foto a destra).

Per ora ci fermiamo qui e alla prossima tappa vi parlerò della attrezzatura meccanica, per poi arrivare alla preparazione del mezzo per il deserto.

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Vivete con me questa avventura, ma ricordate che siete ancora in tempo ad iscrivervi entro il 15 ottobre!

...continua!

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