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Aspettando
la DL... stage2 |
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Continuiamo, dunque, il nostro viaggio
di avvicinamento a tappe all'appuntamento con la sabbia del deserto
e con l'emozione ed il senso di libertà che regalano le
realizzazioni dei propri sogni.
Abbiamo
già parzialmente affrontato l'aspetto relativo alla preparazione
fisica ed ai gadgets di ausilio alla sopravvivenza nella
PRIMA PARTE di questa guida.
Veniamo ora alla sezione dedicata alla
meccanica e alla logistica relativa alla nostra attrezzatura.
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Sull'aspetto relativo all'abbigliamento
ed alle protezioni non ci sono molte differenze rispetto alle
esigenze della pratica normale dell'enduro nostrano (nello specifico
potete rifarvi a questa vecchia GUIDA).
Occorre solo aver cura di adottare capi
molto traforati per agevolare la traspirazione senza trattenere
umidità a contatto della pelle e massima attenzione alla
qualità delle protezioni che, viste le velocità
medie molto elevate sono di fondamentale importanza.
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Il telo plastico riflettente, oltre a farvi
da protezione in caso di soste "di attesa" è la
prima cosa che dovete avere a disposizione in caso di interventi
di manutenzione. Steso sotto l'area di lavoro, infatti, impedirà
che viti e bulloni si perdano nella sabbia durante le riparazioni
meccaniche. |
Nella trousse di pronto soccorso (foto
a sx) non devono mancare bende, cerotti, disinfettanti e i medicinali
classici da portare in Africa come quelli contro la dissenteria
(senza cerotti anche una semplice vescica ad una mano o ad un
piede può compromettere il vostro divertimento)
Sempre a portata di mano la pinza multifunzione
con dedica incisa di cui gli EA tutti mi hanno fatto dono alla
festa di Vetralla
(foto in alto)
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Un cacciavite reversibile, una pinza,
una serie di brugole sono imprescindibili! Completano la dotazione
meccanica, la chiave candela con una candela nuova al suo interno
e le leve smontagomme. Ovviamente non partite senza una camera
d'aria rinforzata da 21" (che all'occorrenza può esser
montata anche per il cerchio posteriore da 18")
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Nel marsupio non devono mancare le chiavi
dalla n.8 alla 13 oltre a quelle dei dadi perno ruota anteriore
e posterore.
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Per le emergenze e le riparazioni di fortuna,
oltre ad una bustina di bulloneria minuta occorre avere con se almeno
due false maglie catena, cavi d'acciaio per frizione e comando gas,
fascette di plastica, leve freno, frizione e cambio di scorta. Portare
una corda con se è sempre cosa utile specie se ad un suo
capo avrete cura di fissare un moschettone e vi realizzerete una
cinghia ad anelli da applicare alle forcelle come quella della foto
animata in alto a destra che vi permetterà un velocissimo
e resistente appiglio che non inficia la lunghezza e la relativa
superfice di presa sulla corda stessa. |
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Un tubicino ed una tanica/busta saranno
utilissimi in caso di travasi di carburante tra un mezzo e l'altro.
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Come già detto è
fondamentale avere con sé una buona scorta d'acqua, ottima
soluzione è quella di portarla in un camelback che permette
di bere anche guidando.
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Oltre a quello che può
prevedersi c'è da fare sempre i conti con ciò che
non si arriva nemmeno ad immaginare possa rompersi. Avere con se
un tubetto di ricostruttore epossidico, un rotolo di buon nastro
telato ed una confezione di pasta per guarnizioni potrà essere
la chiave per risolvere imprevisti apparentemente insormontabili! |
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Veniamo infine a spendere due parole
sull'attrezzatura audiovisiva per riportare a casa un ricordo
del viaggio.
Quello che è assolutamente necessario
è una telecamera mini DV, non importa che si tratti di
un prodotto iperprofessionale, occorre solo che sia sufficientemente
resistente e compatta quel tanto da poter essere infilata in una
tasca della giacca. Se potete procuratevi anche una Helmet Cam
da collegare alla mini DV per registrare più facilmente
le immagini durante la guida.
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Non dovrebbe mancare una macchina fotografica
reflex che, anche se non la portate al seguito in moto, con un
obiettivo adeguato, vi permetterà di fare fantastici scatti
paesaggistici al mattino ed alla sera non "appiattendo"
le immagini come una digitale compatta.
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Ed infine la vostra migliore amica, una
compatta digitale con una enorme scheda di memoria ed una alta risoluzione! |
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A questo punto dovete solo continuare
ad entrare psicologicamente nell'atmosfera dell'avventura, percorrendo
e ripercorrendo mentalmente le varie tappe del viaggio, dalla
partenza alle sgasate sopra le dune cercando di scovare le possibili
esigenze ancora trascurate in queste prime fasi.
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Prima di darvi appuntamento al successivo
stage di avvicinamento al viaggio (parleremo della preparazione
del mezzo), vi ricordo che di fondamentale importanza è
la continuità nell'allenamento fisico agli sforzi che vi
verranno richiesti dalla guida desertica.
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Cercare di andare in moto più possibile
è un ottima cosa, ma ricordate che solo questo non basta!
Dopo la prima settimana di palestra la forma fisica già sta
migliorando, ma è a questo punto che occorre stringere i
denti ed avere continuità negli allenamenti. |
Per rinforzare adeguatamente le gambe
ed acquisire fiato gli esercizi con gli attrezzi ginnici non sono
eccezionali, accanto a quelli (a cui dedico quasi tutta la mia
pausa pranzo) la sera ho reiniziato ad andare a scherma che è
uno sport in cui il lavoro delle gambe è più simile
a quello che si fa guidando una moto enduro, anche se come sforzo
ne richiede infinitamente di più!
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E' una disciplina che conferisce equilibrio
e che richiede tanto sacrificio e concentrazione oltre che un tributo
aerobico insospettabile! |
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In questa avventura sono stato seguito
e sostenuto da uno dei maggiori Maestri d'arme oggi viventi, Renzo
Musumeci Greco (foto a sinistra), figlio del grande
Enzo e discendente di una delle famiglie di schermidori di maggior
blasone a livello mondiale.
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Renzo Musumeci Greco è una persona
eccezionale, anche lui appassionato di motori (correva nei rally
automobilistici fino a qualche anno fa), e quando gli ho raccontato
della mia avventura al Desert Logic si è offerto di farmi
da sponsor tecnico con altissimo senso mecenatesco e sportività.
A lui vanno quindi i miei sentiti ringraziamenti
per avermi concesso la possibilità di integrare i miei
allenamenti nell'Accademia d'armi intitolata al nonno Aurelio
Greco (una delle più antiche di Roma) in uno sport che
è altamente propedeutico alla disciplina dell'enduro, malgrado
sia infinitamente meno sporco .
Non mi resta quindi attendere per poter
gridare: "Africa, a noi!"
continua...
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