Il deserto non esercita lo stesso fascino
su tutti, ma per chi ne subisce le lusinghe, rappresenta un punto
d'arrivo nel cammino della vita.
Se poi il richiamo delle dune insiste
sullo spirito di un endurista, il battesimo del tassello sulle
distese sabbiose, a cavallo del proprio "toro meccanico",
rappresenta quel che è il viaggio alla Mecca per un musulmano,
una cosa da DOVER fare almeno una volta nella vita!!
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Sopra: il tracciato della DL '07
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Vivere questo momento topico in un contesto
competitivo è una sensazione esagerata!
Seguitemi per scoprire insieme le fantastiche
avventure che giorno per giorno i partecipanti al Desert Logic
2007 hanno affrontato e superato insieme.
(foto in basso: partenza bagnata...)
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Tappa 1° - la partenza.
Djerba-Ksar Ghilane
Al "pronti via", che quest'anno
si è tenuto sulla penisola di Djerba, si sono presentati
24 arditi e l'Africa li ha salutati con la prima pioggia dopo
un anno di siccità totale!! La pioggia, che qui è
simile ad una doccia rossiccia di fango e palta molle, è
stata un bel fastidio. L'inattesa precipitazione, però,
ha inciso positivamente sulla consistenza della sabbia che, nelle
ricognizioni pre gara, ci dicono fosse impalpabile come borotalco.
Dopo l'ondata di maltempo la sua consistenza è molto migliorata
facilitando molto il passaggio dei mezzi.
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Io, fortunatamente, avevo una tuta in
Goretex fornita da BMW e l'unico fastidio che ho subito è
stato quello relativo alla guida per via dello scarsissimo grip
offerto dall'asfalto durante il primo tratto di trasferimento verso
Ksar.
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Il bitume tunisino, infatti, già
da asciutto ha una pessima aderenza, col bagnato diventa come
sapone...
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Per chi non si era attrezzato per un'evenienza
metereologica così inattesa, praticamente quasi tutti ad
eccezione dei miei compagni di squadra, il disagio è stato
senz'altro superiore.
Molti si sono improvvisati in soluzioni
casarecce, da veri enduristi tutto fare, confezionando tute antiacqua
fatte di buste di plastica e nastro da pacchi.
Foto a sinistra: il Team Bibione si impermeabilizza
durante il trasferimento via chiatta da Djerba verso la costa.
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Forse per il migliore equipaggiamento
che ci ha fisicamente facilitato, senza dubbio per la grande voglia
di buttarci nel vivo della gara, alla prima sosta programmata
il mio Team si presenta primo e con molti minuti d'anticipo sugli
inseguitori.
Siamo già gasati tutti e tre tanto
che, dalla passeggiata che doveva essere (sia io come anche Luca
ed Enrico eravamo al primo approccio col deserto), ci sentiamo
immediatamente pronti a darci dentro!
"Sono del Team otto e quindi lotto!!"...questo
il grido di battaglia
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Foto sopra: l'arrivo del gruppo degli inseguitori |
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In realtà la gara è tutta
da venire, ma l'entusiasmo cresce e pulsa ad ogni minuto che trascorre.
Anche la sosta pranzo, che vede una mensa
a base di couscous, ci fa sentire più in Africa,
più in gara. Ci fornisce quella prova tangibile che non
stiamo più immaginando di farlo, ma è arrivato il
momento di iniziare questo viaggio/avventura impegnativo ed unico...
...il sogno prende gradualmente forma,
istante per istante. I colori, gli odori, le sensazioni completano
a poco a poco il quadro delle nostre aspettative iniziali.
Non c'è più tensione, adesso
c'è solo voglia d'andare in moto!
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Finalmente si lascia la civiltà dei villaggi
per tuffarci nel deserto vero e proprio. Le piste si fanno sempre
meno battute e definite e il pietrisco del fondo annuncia l'avvicinarsi
del "mare ocra" attraverso lingue di sabbia che sconfinano
sempre più spesso e sempre con maggior prepotenza sulla carreggiata.
Foto in alto: il benzinaio!!
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Al fine la grande distesa di sabbia ci accoglie e ci scorta
fino al traguardo di fine tappa: Ksar Ghilane. Un'oasi
nel pieno del deserto, nata attorno ad una sorgente termale di acqua
bollente e sulfurea. Al centro una pozza dove poter fare anche il
bagno ...un paradiso in terra! |
A Ksar Ghilane la carovana si ferma per
la prima sosta. I meccanici, quando arriviamo, hanno già
allestito il campo base sul piazzale dell'albergo e le nostre
valige sono già tutte giù dai furgoni. Mentre questi
ragazzi fantastici controllano moto per moto, i concorrenti scoprono
il fascino della location, un accampamento extralusso
con tutti i comfort, riscaldamento, parquet, bagni e docce in
ogni tenda, un sogno nel mezzo del nulla.
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Tappa 2° - le dune.
Ksar Ghilane-Ksar Ghilane
La sera è l'occasione per inserire
nel GPS i punti della tappa successiva (foto in alto), bere una
birra, rileggere gli appunti presi durante il briefing delle 19.00,
ma non solo... Uscendo dal campo a piedi si può raggiungere
l'inizio del deserto ed ammirare un cielo che non posso descrivervi,
per cui nemmeno ci provo!
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Emozione nell'emozione, presso lo stesso
camping/hotel, ha fatto base logistica una squadra che sta effettuando
test sui mezzi con cui prenderà il via alla prossima Dakar.
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Leggono le carte accanto al nostro tavolo
dove siamo intenti a consultare i nostri roadbook tra birre, thé
e noccioline, per un attimo ci sentiamo veri piloti! |
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Ma la gara ha i suoi ritmi serrati e
le sveglie alle 6.00 impongono una serie di attività frenetiche
che, di buon mattino, ci catapultano direttamente sulle creste
delle dune. Io cadrò a circa 200 metri dal via distorcendo
subito la caviglia sinistra, in questa tappa dovrò stringere
spesso i denti per non mollare. Il percorso disegna un anello
tutto in pieno deserto per una distanza di circa 120-130 Km davvero
durissimi.
Foto in alto: dromedari al pascolo attraversano la pista
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Gli unici accenni di umanità
che troviamo sono, incredibilmente, dei bar. Il "bar delle
frasche", "la porte du desert" e il chiosco della
foto a destra, il Caffé du parc, in quest'ultimo io e i miei
compagni d'avventura indugeremo per un caffé.
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Queste soste, che costituiscono anche
i punti di controllo passaggio, danno l'occasione per procedere
al rabbocco di carburante, trasferendo il combustibile dai contenitori
di riserva al serbatoio principale (foto a destra). In questa
operazione la mia pompetta manuale farà scuola e sarà
molto contesa ed ambita dagli altri partecipanti, altrimenti costretti
al più classico e meno piacevole "succhio"...
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Nel quarto ed ultimo tratto
desertico, dopo il terzo controllo, ci imbattiamo nel Team 3 con
Zac, Nicola e Filippop in evidenti difficoltà.
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Oltre alle insidie della navigazione,
Filippop ha il vizio di guidare seduto sulla sella il che, combinatamente
al peso del suo TT600 lo porta a spalmarsi sulla sabbia a regolari
intervalli di 400 metri. I beduini ancora oggi si staranno interrogando
su quale animale possa lasciare quelle tracce serpeggianti interrotte
dalle fosse delle sue cadute... un mito di costanza, passione
e coerenza (foto in alto).
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In basso il grande Nicola, assolutamente
all'esordio sul tassello e per di più con moto a nolo.
Anche lui è stato protagonista di un volo acrobatico che,
a fine tappa, ci ha fatto trattenere il fiato temendo per la sua
spalla, fortunatamente risoltosi il tutto in una semplice contusione.
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A seguito della gara anche un dottore
(foto a sinistra), un fisioterapista ed una ambulanza. Doc ha
avuto il suo bel daffare, ma per noi è stato un vero angelo
custode!!
Couscous a fine tappa sui bordi
della polla d'acqua bollente a due passi dall'hotel. Subito dopo
si disputerà la prima prova speciale fettucciata presso
un fortino militare abbandonato... una vera spremuta di sangue!!
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Tappa 3° - sabbia e
piste
Ksar Ghilane-Douz
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Dopo la doccia, la cena e la dormita, l'alba
del terzo giorno di gara fa sentire sulle spalle il peso delle ore
passate in piedi sulle pedane e le difficoltà di tappa due
hanno già fiaccato l'entusiasmo di alcuni dei partecipanti. |
Il primo tratto del tracciato ripercorre
in parte il percorso del giorno precedente e la nostra squadra
procederà affiancata col team 3 sempre preso nella sua
strategia di gara "picking up Phillipp". Filippop, dalla
sua, darà lezioni di costanza e refrattarietà assoluta
ai consigli non staccando il sedere dalla sella per intervalli
più lunghi di 5 secondi. Impermeabile al buon senso è
riuscito a farsi tutto il DL solo grazie ad una passione impressionante!!
Non mi stupirei nel saperlo iscritto ad una delle prossime Dakar...
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In questi passaggi sulle dune i ritmi di
percorrenza si sono fatti molto più alti e le cadute meno
frequenti per tutti, segno che l'esperienza del giorno prima ha
cominciato già a dare i suoi frutti. |
Le soste per recuperare le
energie fanno tanto atmosfera balneare, mancano solo gli ombrelloni
e le ragazze in costume...
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Foto a sinistra: Fregene 2007...aspettando
il bibitaro!
Foto in alto: ricarica del telefono satellitare
con un pannello fotovoltaico.
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La parte finale del percorso è fatta di velocissime
piste che ci conducono alla prova speciale di fine giornata sopra
al "dunone".
Un team salterà la nota che annuncia questa deviazione
dal percorso principale, navigando deciso verso l'arrivo. Al suo
inseguimento, appena saputa la notizia, si lanceranno Maury col
suo 660 prima e lo stesso Fasola poi, che salterà in sella
ad un 530 e, senza nemmeno mettere il casco, schizzerà
sulle dune con la velocità di un proiettile!!
Foto a destra: il via della prova speciale fettucciata
su una enorme duna alta come una montagna, il "dunone"
per l'appunto!
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La prova è del tipo "a staffetta"
ed ogni membro del team percorre un giro secco dando il cambio
al membro successivo, uno arriva e l'altro và, come nella
foto sopra.
A fine speciale, l'organizzazione ci
mette a disposizione qualche cibaria per fornirci le energie necessarie
a percorrere gli ultimi chilometri verso Douz e le comodità
dell'albergo.
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Tappa 4° - P.S. a gògò
Douz - Matmata
Il giorno 4 sarà la chiave di
volta per definire la classifica. Tre prove speciali a partire
dalla prima che si tiene presso il camellodromo di Douz (una sorta
di ippodromo dove corrono i dromedari), altre due in successione
a metà tappa.
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La prova in camellodromo sarà uno spettacolo vero
e proprio, i team partono uno alla volta e percorrono tre giri
del tracciato segnato con delle fettucce a disegnare alcune varianti,
il tempo finale viene staccato sull'ultimo arrivato d'ogni squadra.
Appena terminata la P.S. si azzerano i trip e ricomincia
la navigazione vera e propria. Uscendo da Douz si prendono le
piste verso Matmata, una città nel deserto ai piedi di
una catena montuosa. Metà degli edifici è scavato
direttamente nella roccia!
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Le P.S. 2 e 3 sono in piena sabbia. La
seconda consiste nel raggiungere una bandiera tra le dune e tornare
indietro nel minor tempo, la terza in una prova di navigazione
a GPS per raggiungere due punti di controllo segreti forniti al
segnale di via.
In entrambe il tempo della squadra è
preso sull'ultimo dei tre all'arrivo.
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I chilometri si divorano
velocemente in questa giornata e, malgrado sia la tappa più
lunga, all'arrivo siamo tutti in condizioni migliori rispetto alla
partenza.
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Gli interventi di manutenzione serale si
fanno via via più attenti, tante ore di utilizzo in condizioni
così avverse hanno messo a dura prova sia uomini che mezzi
(foto a destra)... |
Arrivati a Matmata ci sistemiamo in Hotel,
una struttura incredibile tutta scavata nella roccia della montagna.
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Tappa conclusiva - le pietraie
in quota
Matmata - Djerba
L'ultima tappa non prevede prove speciali
e sarà molto più semplice delle altre dando modo
ai piloti di decomprimere stress e fatica.
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La prima parte di percorso ci porterà
a valicare i monti dietro Matmata su sentieri tortuosi di pietre
e buche, un tipo di guida molto più simile a ciò
che ci possiamo trovare ad affrontare anche in Italia.
Avanzando verso la costa il cielo si
fa basso e coperto come lo avevamo lasciato il primo giorno, fortunatamente
oggi non pioverà!
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Dopo gli ultimi chilometri su asfalto e
la consueta traversata a bordo delle chiatte ci ritroviamo a Djerba
per la passerella trionfale sulla spiaggia (foto a destra) |
Foto a sinistra: Doc alle prese con una
fiala di antidolorifico, l'entusiasmo da solo non fa passare i
dolori...
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L'emozione è alle stelle, mentre
si solcano le onde tra esplosioni di acqua e salsedine nelle narici
si ha la percezione di avercela fatta! Siamo in fondo, siamo riusciti
a farcela!!
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La gioia è grande
negli occhi di tutti, alcuni hanno avuto problemi (ad esempio un
ragazzo con l'Husqvarna è rimasto appiedato dal mezzo per
due tappe a causa di un inconveniente tecnico), altri sono andati
lisci come l'olio, ma per tutti, fino alla fine, c'è stato
il timore di non farcela. Una sciocchezza qualsiasi, in pieno deserto,
può diventare un problema serio, se non addirittura un pericolo!
In questo il Desert Logic ha il suo vero punto di forza! Una organizzazione
efficiente ed addirittura maniacale che ti permette di vivere queste
sensazioni uniche certo che, anche dovendo contare solo su se stessi,
in caso di inconvenienti non sarai mai solo. I compagni di squadra
in primis e lo staff subito dopo, saranno sempre al tuo
fianco. Una formula economica per vivere una gara desertica da pilota
ufficiale, con l'assistenza meccanica e i tuoi "uomini ombra"
sempre pronti a risolverti ogni problema. Qundo torni dalla Tunisia,
l'unico tuo pensiero è rivolto alla DL dell'anno successivo...
la prossima edizione ci sarò, ma stavolta scendo cattivo!!
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Ultime considerazioni sulla competizione vanno rivolte
alla classifica.
Secondo successo consecutivo per il Team Bibione Free Time, meritatissimo
risultato per una squadra affiatata, efficacie e regolare, un
esempio di manetta per tutti! Secondi al traguardo i toscani del
Team Ribollita che hanno battagliato per la vittoria fino all'ultima
speciale dove si sono dovuti chinare, ma con onore, difronte agli
ormai padroni di casa veneti. Terzi i fantastici compagni del
team "Volpi nel deserto" che col loro passo e senza
errori hanno sbalordito con un risultato comunque meritatissimo.
Eccezionale quarto posto per la mia squadra con tutti esordienti
del deserto. Una soddisfazione che ci motiva a ripresentarci per
lottare alla conquista di un podio sfiorato per un soffio. Cliccate
sulla foto a destra per scoprire il DL vissuto con gli occhi di
un endurista anonimo...
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Grazie all'Accademia
Aurelio Greco, a BMW Motorrad Italia, ad Index Roma e Touratech
Italia che hanno reso possibile la realizzazione di questo reportage
fornendo il loro supporto. |
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