DA ROMA A FIRENZE IN OFF
La Roma-Firenze
de noantri
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Da qualche tempo se ne parla tra di noi, partire all'avventura
per collegare attraverso percorsi in off tutta l'Italia
Inizialmente le chiacchierate sull'argomento
erano tra il serio ed il faceto, poi, piano, piano hanno preso
sempre maggior forma e contenuti fino a diventare un progetto
vero e proprio che ha ricevuto addirittura il patrocinio della
Federazione Motociclistica Italiana
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L'impresa passa ovviamente per tutta
una serie di tappe intermedie non meno avventurose e affascinanti
rispetto al progetto finale.
Il primo passo di avvicinamento è stata la due
giorni di fuoristrada da Roma fino a Firenze.
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All'appuntamento
(insolitamente mattutino alle ore 7.00 sulla Cassia) arrivo col
mio consueto ritardo di venti minuti e trovo tutti già seduti
a fare colazione con birra e pizzette farcite
Alla partenza siamo in sei: Posaja (KLX650r),
DavideDRZ (DRZ400e), Gabriellone (K640), Simisì (XR250 a-loop),
Roster (XR650r)e Federeasy (CRF 230 easy).
Le moto cariche di cambi di biancheria,
pigiami ed asciugamani e gli zaini carichi di ricambi per fronteggiare
i guasti.
Ci siamo attrezzati addirittura con le
radioline per mantenerci sempre in contatto...
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Sembriamo proprio i Chips!! |
Solo Federeasy renderà la sua ricetrasmittente
inutilizzabile infilandola nella sacca fissata al parafango e quindi
virtualmente inacessibile
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Si parte con l'affrontare il percorso
dei carriarmati e la giornata si rivela sin da subito eccezionalmente
bella dal punto di vista meteorologico
foschia sull'orizzonte, ma sole ed aria frizzantina...
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Superiamo in men che non si dica il lago
di Trevignano (che è poco + grande di questa pozza) |
Dopo il primo tratto di attraversamento
degli sterrati alternati ai passaggi di sottobosco ricco di pozze
fangose per le recenti piogge, si rende necessaria una sosta per
alleggerire un pò l'abbigliamento.
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Iniziamo così una piacevole serie di guadi rinfrescanti
e pittoreschi, in questo ci limitiamo transitando a velocità
ridotta per non disturbare troppo il pescatore che si intravede
sopra alla spalla sinistra di Simisì...
...certo pure lui s'è scelto un posto adatto per
pescare ...con tanto fiume!!!
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La percorrenza di questi tratti che circoscrivono
il lato nord del lago di Bracciano è piacevole e senza
intoppi e ci permette di macinare molti chilometri verso nord
in poche ore.
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Questa velocità ci permette quindi il lusso di
una sosta per fare merenda ad Oriolo Romano, per un caffè,
un tramezzino e, per alcuni, birre, grappe ed amari (sono le 10.00!!)
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consueto capanello al bancone del bar,
dove la barista ci darà molto da chiacchierare... |
Ripartiamo procedendo verso
Manziana, sino ad ora, l'unico asfalto è stato quello per
raggiungere il Bar e subito lasciato per riprendere il fuoristrada.
Si recupera subito anche il passo, ma ad un certo punto ci imbattiamo
in una zona di disboscamento
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Gli alberi abbattuti sopra al sentiero
ci costringono a scendere per spostare i rami + piccoli e si avanza
a sobbalzi, molto lentamente |
Il tempo scorre tra sudore e scoramento,
quando dal bosco scende questo simpatico signore armato di motosega
che, avendoci visti in difficoltà, ha deciso di aprirci
un varco tra i tronchi
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Il simpatico signor Valerio ci dimostra
come anche in questi lunghi trasferimenti possono partecipare
i due tempi, anzi, quando si tratta di motoseghe possono rivelarsi
addirittura necessari
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Superata la difficoltà grazie
all'inatteso aiuto esterno riprendiamo a smotazzare risalendo
lungo i monti della catena della Tolfa, dal versante più
dolce rispetto a quello solitamente affrontato nelle nostre uscite
estreme spacca forcelle...
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Dopo ogni risalita, come ovvio, inizia
la ridiscesa e Federeasy prende la cosa molto sul serio sino a scendere
addirittura dal mezzo... al volo |
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Il percorso si fà via via più
difficoltoso e da un canale di scolo d'acqua tra le fratte ci
si trova in breve in una mulattiera a scendere in tufo con grandi
gradoni e scogli.
In questo passaggio Gabriellone avrà
qualche difficoltà che lo obbligherà ad una deviazione
ultra hard nella parte terminale della discesa perchè non
riuscirà a cogliere la deviazione più agevole.
Al termine della mulattiera un bellissimo
guado ristoratore...
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Ci troviamo ora nel cuore della regione nota come Tuscia
dove, in epoca pre romana si era sviluppata la civiltà
evoluta del popolo etrusco che non ci ha lasciato nulla se non
le sue costruzioni funebri scavate nel tufo (a destra della foto
qui a fianco se ne può intrevedere una). La tumulazione
degli estinti avveniva ponendo nella tomba accanto alla salma
tutti gli oggetti che egli usava nella sua vita ed è così
stato possibile ricavarne gli usi ed i costumi, oltre agli splendidi
ori dei corredi funerari e alle boccette di essenze profumate
e alle ampolline colme di lacrime dei cari (usanza comune ancor
oggi in alcune località del sud Italia)
Questo passaggio è per me ricco di amarcord (termine
felliniano che in romagnolo significa "mi ricordo"),
perchè qui enduravo dieci anni fà con un'altro gruppo
di smanettoni, il vecchio ed ormai sciolto G.A.S. (Grande Associazione
Sterratisti)
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Da qui si accede ad uno
dei passaggi più sugestivi del percorso di questa prima giornata,
il tratto della ferrovia di Monte Romano, una ferrovia dismessa
di cui era iniziata l'opera di ristrutturazione durante i mondiali
del novanta e che terminati i fondi è restata incompiuta
lasciando velocissimi sterrati scavati tra mura di tufo e gallerie
nel mezzo del nulla assoluto |
Qui Simisì troverà un grosso
osso di mucca che si porterà appresso per i giorni successivi
e spaccerà per un endurista caduto a fine tappa |
I panorami lasciano a bocca
aperta e causano così grosse boccate di polverone, questa
sotto è la vecchia stazione abbandonata...
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Lasciamo il fuoristrada per la seconda
volta ed anche qui solo per ragioni di rifornimento, per le moto,
ma anche per noi.
La trattoria è una nostra vecchia
conoscenza e la simpatica cameriera ci accoglie come vecchi amici,
addirittura farà un pò di corte a Gabriellone che
esclamerà inter nos "se je piace moscio oggi la faccio
impazzire di piacere!!!" provocando una mia inarrestabile
risata...
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Finito il pranzo si riparte ed io accuso
la perdita totale di potenza frenante al posteriore causata da
una falla nel circuito idraulico che mi costringerà ad
allungare le frenate all'ingresso delle curve.
Secondo inconveniente in piena fase digestiva
è ritrovarsi il passo sbarrato dai soldati. Il territorio
dove passa il nostro sentiero, infatti è sottoposto a servitù
militare e proprio oggi è stato transennato per delle esercitazioni
di tiro, iniziamo così la ricerca di un bypass che avrà
come ostacolo naturale il fiume Marta (un fiume vero che non si
riesce a guadare in moto) ed il crollo di un paio di ponti durante
le piene invernali ci farà desistere dal tentativo di proseguire
in off.
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Lungo le nostre esplorazioni peregrine incontreremo pure
un paio di enduristi in difficoltà il cui saluto sarà
"siete Enduristi Anonimi??"... incredibile!!!
Ci fermeremo per aiutarli a trarre fuori dal fango una
XR 400 incollata nella melma e chiedendo informazioni ai due del
luogo cominciamo a prendere consapevolezza della impossibilità
di procedere in off per varcare il muro d'acqua che frena la nostra
risalita verso nord.
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Nel frattanto che noi cerchiamo una via
per proseguire il tempo passa e Andrea, un corpulentissimo endurista
fiorentino che si dovrà unire al gruppo per il secondo
giorno, è già arrivato a Saturnia, luogo del nostro
appuntamento. Io mi vergogno come un ladro, siamo a 30 km di distanza
via sterro e ci toccherà prendere l'asfalto ed allungare
di 60km
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Ripartiremo quindi alla volta dell'Aurelia
ripercorrendo i 20 km fino a Monteromano (dove transiteremo per
la terza volta in tre ore, 40 km inutili!) e i 50 km d'asfalto sino
al paese di Manciano a 15 km da Saturnia (90 km anzichè i
50 necessari ed i sederi ringraziano!)
CLICCANDO SULLA FOTO DI FIANCO RAGGIUNGERETE
LA SECONDA PARTE DEL RACCONTO
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Come se non bastasse a questo punto prendiamo la prima
vera "toppa" nella navigazione, per di + sul bitume,
e torneremo indietro di 20 km fino a Vetralla (dove per lo meno
troverò da comprare l'olio freni). Ripasseremo dentro Monte
Romano, spinti dalla speranza di ritrovare la cameriera incontrata
scorso anno al baretto vetrallese dove ci fermeremo per ristorarci
(lei purtroppo non ci sarà!)
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