La tavola ed il buon bere sono cose che si abbinano alla grande con la pratica dell'enduro, specie in compagnia degli amici. Per qusto non potevamo mancare al classico appuntamento della Motovigna che si tiene ogni anno a Dogliani (CN) in una delle zone più ricche dal punto di vista enotecnico (in prossimità di Barolo, Asti, Alba...)
Alla Motovigna già c'eravamo stati per l'edizione 2008e tanti sono stati i motivi che ci hanno portato a tornare da queste parti nonostante la concomitanza di altri due begli eventi enduristici, la motocavalcata di Febbio e quella del fungo porcino, entrambe meno lontane di questa. La prima ragione risiede sicuramente nella qualità dei servizi che l'AZIENDA VINICOLA ROMANA, organizzatrice dell'evento, offre ai partecipanti.
Basti pensare che (come potete vedere dalla foto in alto) i cibi per il pranzo finale sono tutti preparati in casa sin dal giorno prima dalle Signore che lavorano nella tenuta.
Seconda motivazione è l'attenzione e l'impegno proferiti nella realizzazione del percorso. Nella foto in basso Alex, cuore pulsante dell'impianto organizzativo e che da mesi si è sobbarcato l'onere di riaprire sentieri oramai quasi scomparsi e ringhiottiti dalla natura e dai boschi. Attività faticosa e frenetica portata a termine con macete e motosega (nella foto in basso potete vedere la motosega sporgere dal suo zaino da "operatore di percorso")
E infine ma non da ultimo, per i posti. Da queste parti in effetti non ci sono altre occasioni del genere per approfittare delle bellezze naturali che vi si offrono agli occhi, quindi non si può mancare!!!
C'è poi la bontà dei vini, la zona è famosa per un rosso eccezionale, il "dolcetto". E' talmente buono che l'ho usato anche per il rabbocco del refrigerante alla mia verdona, per farla tirare un pò su (foto a sinistra)
C'è poi da aggiungere che, ogni anno, l'Azienda vinicola Romana prepara delle gite di intrattenimento per gli accompagnatori dei piloti e quest'anno, la concomitanza con la "notte rosa" di Dogliani e la festa della pigiatura, hanno dato modo ed occasione anche a mogli e fidanzate di attendere i loro cavalieri passeggiando per la festa.
Anche noi enduroboys abbiamo approfittato della sagra e, la sera del sabato, ci siamo ritrovati tutti in paese tra concerti dal vivo e degustazioni di vini. Io ho anche avuto l'occasione di cnoscere Liquid Cooled (foto a sinistra), un utente del CAPPAELLEICS forum, anche lui qui per partecipare alla motocavalcata in sella alla sua verdona.
La partenza era a scaglioni e si poteva prendere il via già fin dalle 7.30 del mattino, cosa ottima per chi vuol rientrare comodamente per l'ora di pranzo. Così, dopo un paio di caffé, gentilmente offerti dagli organizzatori a tutti, sono partito per il giro alle prime luci dell'alba.
Al mattino della Motovigna ad ognuno è stata consegnata una busta con la piantina del giro, i numeri utili da chiamare in caso di difficoltà, l'adesivo da apporre alla mascherina e i buoni pasto e ristoro, oltre al buono bottiglia, immancabile ricordo da gustarsi a casa ...altro che magliette!!
Foto in alto i partecipanti al momento dell'iscrizione (quest'anno i piloti erano quasi 600)
Foto a destra: DRZ mimetico stile postatomico
E finalmente si parte, col consueto passaggio tra i filari delle vigne, quest'anno gravidi di grappoli maturi per l'anticipata vendemmia conseguente alla calda estate appena trascorsa.
Partenza scaglionata, dicevamo, per evitare tappi lungo il percorso che prevedeva il primo passaggio hard poche decine di metri dopo il via.
L'assenza prolungata delle piogge ha causato qualche problema con la polvere, ma per lo più sul primo tratto molto scorrevole dove si viaggiava abbastanza in gruppo ed a velocità sostenute.
Foto a sinistra: Posaja tra i filari
Appena superato il primo pezzo "difficile", che non presentava comunque grosse insidie, ci si ritrovava proiettati in uno scenario surreale. Il percorso, infatti, si estendeva lungo il tracciato di una ferrovia abbandonata dove le traversine ed i binari avevano ceduto il posto a grossi dossi in sequenza che obbligavano ad una guida stile montagne russe.
La sensazione più bella ed affascinante si provava attraversando le stazioni abbandonate o i ponti completamente ricoperti dalla massicciata di pietre tipiche delle tratte ferroviarie, uno spettacolo davvero indimenticabile!
Foto in basso: uno dei ponti ferroviari dismessi dove si transitava "balzellon balzelloni" sui dossi...
Foto a sinistra: un magazzino rimessa ferroviario oramai abbandonato
Ed eccoci, dopo qualche sentierino di raccordo, arrivare al pezzo forte della prima parte, l'attraversamento di un tunnel, fari accesi e colpi di gas... una vera libidine!!!
La prima parte, molto scorrevole, ha dato modo a chiunque di godere di questi bei passaggi, anche a chi era alle prime armi o completamente fuori forma. Per i più smaliziati ed allenati invece, il bello sarebbe ancora dovuto arrivare.
Finito il tratto della ferrovia pochi sentieri si alternavano a lunghi trasferimenti su asfalto, un gran peccato per chi aveva sete di tassello, ma purtroppo esigenze logistiche hanno reso impraticabili altre soluzioni. E' andata bene a chi già doveva riposare braccia e gambe dai dossi della ferrovia. Foto a destra: una stazione fantasma...
Poco prima del punto di ristoro di metà giro un passaggio tecnico lungo un torrente ha dato modo di affrontare le prime difficoltà vere mietendo le consuete vittime, tra cui il sottoscritto.
Della serie "faccio un solo botto, ma lo faccio bello!!" nell'affrontare un sali scendi tra le rocce di un guado mi si impenna la ruota davanti e la posteriore derapa di lato facendo precipitare la moto su un fianco...
...sfiga vuole che da quel lato ci sia un muro di pietre perfettamente verticale con un dislivello di un metro, un metro e mezzo circa, ed io sono costretto a mollare la moto e a volar giù di sotto di schiena.
Mentre vedo la mia verdona allontanarsi verso il cielo non ho neanche il tempo di smoccolare un sacramento che sento una botta terribile sul fianco sinistro. Sono a terra e senza fiato, ma dopo poco riesco a rialzarmi e senza conseguenze fisiche.
Se non visualizzi il filmato, con l'esclusivo SIDEFLIP, in streaming qui sopra, puoi scaricarlo da questo LINK
Unica soddisfazione è quella d'aver inventato, realizzato e FILMATO, il primo SIDEFLIP della storia del motociclismo, Pastrana is nothing!
Una volta rialzata la moto approfitto per rubare qualche scatto e qualche video anche agli altri miei compagni d'avventura scoprendo di non essere stato il solo ad incespicare in questo "strappetto"
Di qui si raggiungerà agevolmente la tappa del primo ristoro dove potremo degustare delle tartine con miele, formaggi e salumi, uva e qualche buon bicchier di vino.
Al ristoro qualcuno fa girare delle info errate sui rifornimenti carburante e molti torneranno via asfalto al paesino dove c'è il self-service che invece avremmo raggiunto continuando lungo il percorso dopo pochi chilometri di veloci sterrati e tratti di sottobosco.
Io fortunatamente non cadrò nell'errore e di li a poco mi ritroverò ad affrontare la seconda metà della motocavalcata.
Basta sterratoni e fine agli odiosi trasferimenti bitumici, gli ultimi 50 chilometri della Motovigna sono da uomini veri e temprati, chi non ne ha è meglio che ritorni a casa!!
E si comincia con il "Rio dei cinghiali" un tratto molto guidato di sottobosco che alterna slalom in sali e scendi su fondo terroso tra gli alberi a risalite di torrente su grossi scogli di roccia.
In alcuni passaggi l'aiuto dello staff è necessario quasi per tutti e la fatica si comincia a sentire. Arriveremo così quasi esausti a percorrere tutti i cento chilometri della motocavalcata ripagati appieno dalla difficoltà di questi ultimi tratti. La parte tecnica così in fondo avrà anche contribuito a rendere meno drammatici i tappi che, con così tanta affluenza di partecipanti, sarebbero stati allucinanti se si fossero affrontati all'inizio con tutti i concorrenti ancora ben compatti dopo il via.
Per chi volesse richiedere i propri scatti fotografici può contattare sport in foto tramite il link qui in basso.
Finalmente dopo qualche bel passaggio su roccia e gli ultimi guadi si riconquista la vigna della partenza e si è pronti per gettarci nei piaceri del meritato pranzo di fine giro, per la cronaca è la prima volta che, nonostante tutte le soste fotografiche, arrivo a pranzo alle 13.00, il bello di una partenza tanto anticipata!!
Ed all'arrivo trovo anche questi due prodi in sella a dual degli anni '90, una TT600 ed un Dominator modificato, che, bypassando gli hard, si sono comunque sparati tutto il giro!! ...e non erano neanche gli unici in sella a questo tipo di motorette
...e ci tuffiamo sulle portate del pranzo finale, manicaretti fatti appositamente dalle sapienti massaie della zona...
Un primo, due secondi, dolci e caffé, il tutto annaffiato dall'ottimo vino della casa
Come recita un cartello esposto nella cantina dell'azienda Romana "la vita è troppo corta per bere del vino balordo" (foto in basso) e noi non possiamo che concordare ed aspettare l'appuntamento per il prossimo anno, quando potremo rivivere le gioie di una endurata in posti fantastici con la bellezza di un WE indimenticabile tra buona cucina ed ottima compagnia!
Quest'anno abbiamo soggiornato presso l'agriturismo LA CANTINA e ci permettiamo di suggerirlo a tutti coloro che avessere intenzione di visitare le Langhe, per motivi enduristici e non, ottima cucina, ottimi vini, pulizia e servizi al giusto prezzo... Dite che vi manda ENDURISTA!