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Gualdo mon amour

Questo WE abbiamo davvero esagerato... il clima da fine settimana, infatti, è iniziato già dal giovedì sera, in occasione della visita romana del PIGA e Signora. L'incontro consueto degli E.A. si è trasformato in una bella occasione di festeggiamenti con tanto di pizzata in allegria prima e bicchierata istituzionale al pub IL SERPENTE poi...

Foto in alto: durante gli antipasti la birra scorreva già a fiumi

Già per la tavolata eravamo una piccola tribù (19 affamatissimi E.A.) che vedeva, tra i partecipanti, oltre agli ospiti d'onore, PIGA e Signora PIGA, Gabriellone, Simone O'Pazz, Zingaro, Savy, Heart Valve, RV, Africano con a seguito fidanza, Leon21 e consorte, MagiX, Camarillo, Brega, Posaja, FabioDRZ e le gentil donzelle Silviasilvia e Jenny. Sulla serata non c'è da aggiungere molto al fatto che s'è svolta nel consueto clima "sopra le righe" che caratterizza da sempre gli appuntamenti settimanali degli E.A. tra mille risate ed eccessi!

Il momento più emozionante personalmente l'ho vissuto ai saluti, quando al PIGA ho potuto orgogliosamente dire: "ci vediamo domani sera a Gualdo!"

E all'indomani, infatti, mi ritrovo a Gualdo Tadino, nell'antro del Bottaio. Cambiano le facce, ma l'atmosfera si ripropone tale e quale a quella del giorno prima.

In alto: le foto di Meoni quando veniva ad allenarsi da queste parti.

Il Bottaio (per gli amici Taro), per chi non lo conoscesse di fama, da queste parti è Mr. Enduro in persona. Il bar del suo albergo rappresenta il ritrovo serale degli enduristi gualdesi. Si tratta di un vero sancta sanctorum delle due ruote con, alle pareti appesi, targhe, trofei, coppe ed onorificenze federali accumulate dal motoclub e dal padre (che ne fu fondatore). Lui stesso oggi ne è Presidente perpetuandone la tradizione di famiglia. Il M.C. Gualdo, infatti, è una realtà molto attiva e, oltre all'organizzazione di alcune delle più impegnative e belle gare di enduro mette in pista ogni anno una tra le più antiche e rinomate motocavalcate d'Italia la MOTOGNOCCATA.

La serata scorre piacevole tra i brindisi in compagnia del Moretto, Angelo de Alcaida, Scirea, Fasola, Walterino, Carpisassi, PIGA, Taro, Gianni il gommista, Soffiettone ed ovviamente Posaja. L'atmosfera è quella familiare. A stare tra di loro si capisce che non ci si trova in un gruppo di enduristi gemellati al nostro, ma che facciamo tutti parte della stessa realtà e laddove la distanza ci separa, arriva ad unirci, in un'unica grande famiglia di amanti del tassello, la stessa passione e lo stesso spirito nel viverla .

All'appuntamento sotto casa del PIGA, oltre ai ragazzi del venerdì si uniscono Davidoff, Claudioff, Kappa, Luca Sabo, Riccio79, Luzispace ed il grandissimo Pastura, che già c'aveva raggiunto per un saluto veloce la sera prima e che oramai èuno di casa anche a Roma

Durante la serata mi consegnano addirittura una targa ricordo che ritiro con emozione a nome di tutto il popolo E.A. e della sezione "amici del giaguaro" in particolare (foto a sinistra ). Ma siamo venuti fin qui soprattutto per festeggiare in sella e la sera ci lasciamo anziosi di rivederci al mattino seguente per una bella endurata.

Come ci iniziamo a muovere per la scampagnata capisco perchè i gualdesi si mettono daccordo tra loro sulla cilindrata delle moto da acquistare. Così facendo, infatti, cercano di non darsi troppo fastidio competendo tra loro e vincere ognuno una categoria diversa nei campionati enduro. Tutto intorno al paesino umbro si snodano percorsi davvero tecnici e chi si allena su questi monti è ovvio che abbia una marcia in più rispetto ai comuni mortali.

Sarà per me difficile anche trovare gli spazi per poter fare qualche fotografia, anche i meno bravi sono comunque dei missili ed i ritmi serrati non consentono di tirar fuori la macchinetta fotografica ogni volta che lo vorrei.

Foto in alto gli uomini del M.C. Gualdo in divisa ufficiale

Per l'occasione mi sono presentato in sella al nuovo KLX 450 (foto a destra) e, sebbene non fosse gommato in maniera adatta per il tipo di terreno devo molto alla bontà del mezzo se sono riuscito a tenere il passo di questi manici!!

Sopra: Posaja in action

 

Ed eccoci su uno dei passaggi più famosi della zona "la salita dell'omo vero" una rampa pietrosa che sale sempre più ripida fino a chiudersi con due grossi gradoni di roccia a pendenza quasi verticale... il nome la dice lunga...

Affrontare questo passaggio d'un sol fiato non è impresa da poco, specie se non lo si conosce. La tentazione di chiudere la manetta per lo spavento è tanta e arrivare in cima regala grande soddisfazione.

Quando venni qui la prima volta in occasione della Motognoccata rimasi stupito dalla durezza dei passaggi hard, ora mi rendo conto che in quell'occasione i pezzi veramente ostici erano stati accuratamente evitati ed i tratti di trasferimento fatti in quell'occasione, questa volta, sono solo un lontano ricordo.

Il giro scorre infatti tra uno strappo tecnico e l'altro e anche quando si va veloci lo si fa comunque su tornanti fatti di curve a bob che salgono serpeggiando nel sottobosco dalla base sin sulla cima dei monti.

A destra il PIGA che affronta la salita dell'omo vero a gas spalancato!

Di tanto in tanto il gruppo si compatta ed è in queste occasioni che si riesce a recuperare qualche energia ed accorgersi della bellezza di questa natura.

Anche in questa giornata che, se pur luminosa, è dominata da una foschia densa a scontornare il panorama verso valle, si possono ammirare ugualmente le rigogliose ricchezze dei boschi che ricoprono tutte le montagne intorno dominando la vallata sottostante.

Tanta manetta non rende però la compagnia austera, il divertimento nello stare assieme è infatti l'ingrediente principale della gita motociclistica.

Viaggiare gomito a gomito con questi talenti del tassello mi ha fatto capire il perchè Gualdo sforni più campioni che bottiglie d'acqua rocchetta (la sorgente della famosa acqua minerale è infatti proprio qui).

Ogni sosta, per quanto rapida, è l'occasione per una battuta, un racconto e comunque tante risate in un'atmosfera goliardica in cui lo sfottò c'è sempre, ma non è mai offensivo.

Foto a destra: passaggio acrobatico lungo un sentiero, qui tutti sfideranno la forza di gravità per provare l'ebrezza del volo... una vera figata!

Ed ecco Kappa arrampicato su un'altro muro (stavolta di terra), si tratta della famosa "salita del tasso" dove anch'io, come altri, opterò per una scorciatoia meno estrema.

 

Nonostante la partenza ad un orario comodo, erano infatti le 10.00, e la difficoltà del tracciato, il ritmo di percorrenza è elevatissimo ed i chilometri snocciolati saranno oltre 60 già prima dell'ora di pranzo.

Foto sotto: la spettacolarità di un passaggio panoramico.

Foto in basso: Posaja esausto guarda dal basso la rampa del tasso e molla il colpo sconsolato.

...della serie: anche il KLX non può far miracoli, il pilota sopra ce lo devi comunque mettere!

Quando sono le 13.00 il richiamo della pappatoia si fa potente e cominciamo a ritornare indietro su percorsi finalmente più scorrevoli. Sarà l'occasione per spalancare la manetta e divertirsi pennellando tornanti con spazzolate goduriose del posteriore in piena accelerazione... semplicemente fantastico!

Goditi il videoracconto e, se non lo visualizzi correttamente in streaming, scaricalo QUI.

Solo il Bottaio (foto in alto) pur guidando ad una velocità tale da rendere incandescente la punta del parafango anteriore, sembra sia appena uscito da casa dopo una bella dormita... che tempra!

A questo punto giunti le energie scarseggiano un pò per tutti (foto in basso).

 

 

In alto la discesa nella pineta che ci porterà al ristorante.

Ed ecco finalmente la pausa ristoro in un localino tipico della zona e che già avevo avuto modo di provare in occasione della presentazione di Enduro Basic a Nocera Umbra, il Roseto.

Accantonata per un attimo la manetta, ci tuffiamo alle prese con la forchetta e la pasta bianca al tartufo (una sorta di lasagna senza pomodoro e condita col pregiato fungo tipico di queste parti)

Inutile specificare come si siano reintegrati i liquidi persi durante lo sforzio fisico della guida...

Altro giro di primi e poi secondi, contorni, insomma da tavola ci siamo alzati a stento e come al solito tardissimo. Il tasso etilico, poi, mi aveva quasi convinto a passare al Frizzetto (foto a destra)...

Ma una volta a casa del PIGA torno sulla retta via e la sera si sbicchiera in allegria nuovamente e nuovamente davanti ad una bella tavola imbandita delle leccornie che c'ha preparato la Dani (la Signora PIGA).

Il giorno dopo il giro ce lo faremo in solitaria io e Luca in puro stile pederasti del brokeback mountain, ma il sedere ce lo faremo fare dalla mulattiera dellla rocchetta.

Prima però costringerò il Pigariello a lavare la moto per una serie di foto da usare in un test (foto a sinistra)

Ed infine eccoci, alla sommità della salita della rocchetta, che prende il nome proprio dal fatto che qui c'è uno dei più grossi pozzi di alimentazione dello stabilimento delle famose acque minerali, ci si apre la vista su tutta la valle!

Quella che loro chiamano salita, ma che in realtà è una bastardissima mulattiera di pietre smosse, è lunga e dura, sempre più ripida e sempre più impervia e porta diretti dal paese fino alla vetta del monte più alto del circondario.

E' talmente alto che ci troviamo anche un pò di neve, in alcuni tratti anche discretamente alta.

Il panorama è di quelli da mozzare il fiato in gola e l'aria è fine e cristallina.

L'amicizia col PIGA è stata un regalo davvero speciale e la sua ospitalità, come quella del Bottaio sono una cosa davvero favolosa e indescrivibile a parole.

Dopo la salita della rocchetta quale miglior modo di aspettare il pranzo che non quello di andare a fare gli asini su un bel fettucciato??

Presto fatto ci dirigiamo su un tracciato lì vicino per finire i residui d'energia e darci la giusta motivazione per sedere a tavola.

Come non passare quindi dal Taro prima di concludere questo fantastico WE?

Anche al momento dei saluti Bottaio non smentisce la sua fama di anfitrione d'eccezione e mi fa dono di alcuni gadget delle Motognoccate passate tutti belli, ma soprattutto utili (foto a destra) non i soliti ricordini da buttare in un cassetto.

La sintonia con gli umbri e questo forte legame che si è creato nell'ultimo anno sono sicuramente un grosso arricchimento per tutto il popolo degli Enduristi Anonimi che vede ancora una volta premiata la filosofia dell'enduro divertente, ma soprattutto dello sport come modo di avvicinarsi alle persone. Non posso che chiudere con un grandissimo ringraziamento a tutti questi fantastici ragazzi ed un orgogliosissimo alla prossima!

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